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Renato Zero

BIOGRAFIA

Renato Zero è il nome d’arte di Renato Fiacchini nato a Roma il 30 settembre 1950 dall’unione tra il poliziotto Domenico Fiacchini e l’infermiera Ada Pica. Renato Fiacchini trascorrerà la sua infanzia in via Ripetta, 54 a due passi da piazza del Popolo, in una famiglia al femminile con la nonna Renata, le tre sorelle Enza, Fiorella e Maria Pia (il fratello Giampiero nascerà dieci anni più tardi), mentre vivrà la sua adolescenza in un casermone destinato ai dipendenti della pubblica sicurezza di via Fonte Buono, zona Montagnola. Subito dopo essere venuto al mondo rischiò di morire a causa di una incompatibilità materno-fetale del fattore Rh, tanto che necessitò di una trasfusione totale. La famiglia gli impartirà un’educazione di valori semplici e solidi.

A quattordici anni ottiene il suo primo contratto per 500 lire al giorno al Ciak di Roma, ma l’ingresso ufficiale di Renato nel mondo della musica è datato 1967 con un 45 giri prodotto da Gianni Boncompagni, anche autore dei testi con musiche di Jimmy Fontana. Il brano “Non basta sai” è una marcetta retorica fintamente rivoluzionaria, mentre “In mezzo ai guai” è la cover di beat 98.6 di Keith, alias James Barry Keefer, brano banale e moralistico che nella sua versione originale aveva venduto un milione di copie, mentre Zero ne venderà appena venti.

Il Renato Zero degli esordi aveva intuito che per essere effettivamente diverso, innovativo e soprattutto durare nel tempo doveva giocare le sue carte su altri piani, infatti dal suo singolo d’esordio alla pubblicazione del suo primo album, deciderà di allontanarsi almeno parzialmente dall’ambiente musicale per compiere altre esperienze che risulteranno fondamentali per il suo bagaglio culturale e artistico. Comincerà a frequentare il noto locale romano Piper, che segnerà un’epoca divenendo un punto di riferimento per chiunque volesse entrare a far parte del mondo dello spettacolo. Qui incontrerà Mita Medici, Patty Pravo, Mia Martini e sua sorella Loredana Bertè, ma soprattutto verrà notato da Renzo Arbore, che lo recluterà fra il pubblico dei programmi Bandiera gialla e Per voi giovani e da Don Lurio che lo scritturerà tra i collettoni, corpo di ballo di Rita Pavone. Nello stesso periodo registrerà alcuni caroselli per una nota marca di gelato, parteciperà al raduno beat cantando per la prima volta coi The Spaectres Groups, con i quali parteciperà al film “Brucia ragazzo, brucia” di Ferdinando Di Leo, farà parte del coro del brano “Gingì” di Pippo Baudo, sigla della trasmissione televisiva “La freccia d’oro”, interpreterà Tancredi nell’opera teatrale di Ruzante l’Anconitana e farà parte del cast di “Ciao, Rudy” e della versione italiana di “Hair” insieme a Loredana Bertè e Teo Teocoli. Otterrà piccoli ruoli in alcuni film di Federico Fellini: “Satyricon”, “Roma”, “Amarcord” e “Casanova”, ma l’esperienza più significativa di questo primo periodo sarà il ruolo di “Venditore di felicità” nella versione discografica e cinematografica del musical “Orfeo 9” di Tito Schipa Jr.

IDENTIKIT

Renato Zero tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta è ancora alla ricerca di un’identità, ma nel frattempo aveva lavorato duramente per mettere a punto il proprio stile, studiando artisti, specie stranieri, scrivendo nuove canzoni e sperimentando nuove formule di messinscena. Dopo tanta gavetta è pronto a debuttare con le sue preferenze stilistiche, il suo nome d’arte scelto per ripicca contro chi lo criticava (“Sei uno zero” è la frase che più si sentirà ripetere quando travestito e truccato cominciò ad esibirsi in piccoli locali romani), il suo repertorio, il suo spettacolo ed un contratto con la RCA alle sue condizioni. Il suo personaggio dapprima trasgressivo, provocatorio ed alternativo, che trucchi e costumi restituiranno solo in parte, negli anni si evolverà sostituendo le paillettes con una gestualità e una mimica che oggi sono il veicolo per esprimere le proprie emozioni, le utopie, i sogni (da Zerolandia a Fonòpoli), le speranze, le delusioni, le gioie e le amarezze. Le sue canzoni racconteranno se stesso come uomo e come artista, l’amore e il sesso in tutte le sue declinazioni e precorreranno i tempi affrontando temi come la pedofilia, l’identità di genere, la droga, l’incomunicabilità, l’omosessualità, l’emarginazione, la violenza e la spiritualità.

L’INTESA CON I SUOI FANS

I fan del cantante sono detti “sorcini”, definizione che è andata a sostituire l’iniziale “zerofolli”. Il termine nacque a Viareggio nei primi anni ottanta, quando osservando i suoi ammiratori che lo attorniavano coi motorini, esclamò: “Sembrano tanti sorci”.

Da quel momento per analogia è diventato “il re dei sorcini”. Nel 1981 l’artista dedicò ai suoi fan il brano “I figli della topa” e l’anno successivo organizzò le “Sorciadi” presso lo Stadio degli Eucalipti di Roma, partecipando di persona alla premiazione dei vincitori.

ANNI ’70

Nel 1973 esce il primo album ufficiale della sua carriera intitolato “No! Mamma, no!”. Un esordio atipico visto che si tratta di un disco dal vivo, anche se in realtà non è completamente tale. Nonostante i problemi tecnici e una certa acerbità interpretativa, il primo lavoro discografico di Zero è tutt’altro che dimenticabile, visto che in esso è già racchiusa tutta la poetica e le tematiche dell’artista romano. Tra i pezzi più significativi vanno ricordati l’inno alla libertà del brano d’apertura “Paleobarattolo”, il simpatico antimilitarismo di “Sergente, no!”, “Nell’archivio della mia coscienza”, il monologo antiabortista di “Sogni nel buio” e la coraggiosa per l’epoca “No! Mamma, no!”. Nonostante l’insuccesso commerciale del primo disco, Zero non demorde e nel 1974 mette in cantiere “Invenzioni”, che sarà un disco decisivo. Almeno due i capolavori presenti che resisteranno nel tempo: “Qualcuno mi renda l’anima” che affronta ante litteram il tema della pedofilia e “Inventi” canzone sull’amore universale, ma sono degne di nota: “L’evento”, “Tu che sei mio fratello”, “Metrò” e “113”.

1976 è un anno decisivo per Zero che deve dimostrare la sua maturità di artista e raggiungere finalmente un pubblico più vasto. Prepara quindi un nuovo album e il suo primo tour legati dallo stesso filo conduttore, quello del “Trapezio”. L’album contiene undici pezzi (tre sono ripresi dai precedenti lp) e per la prima volta entra nella classifica dei dischi più venduti (il 45 giri “Madame”/ “Un uomo da bruciare” sale fino alla quindicesima posizione). Rimarranno nel tempo nel suo canzoniere la struggente “Motel”, tra le canzoni d’amore più belle del suo repertorio, “Una sedia a ruote” e “Salvami”.

L’anno della consacrazione definitiva sarà il 1977, quando Zero pubblica il 45 giri “Mi vendo”/”Morire qui” con il quale entra in hit parade rimanendoci per cinquantasette settimane. Il successo ottenuto, anche grazie alle radio libere, farà da traino al nuovo disco (e spettacolo) intitolato “Zerofobia” che riuscirà a raggiungere il quinto posto della classifica. Le nuove canzoni sono trasversali, ironiche, ma soprattutto sanno raggiungere il cuore di chi le ascolta. Indimenticabili: “Vivo”, “Il cielo”, divenuta nel tempo canzone simbolo dell’artista, e le più scanzonate, “Manichini”, “Tragico samba” e “L’ambulanza”. Raggiunto il successo, Zero decide di svincolarsi dalla sua casa discografica, che fino ad allora non aveva propriamente creduto in lui. Crea dunque l’etichetta indipendente Zerolandia.

Anticipato dal 45 giri “Triangolo”/”Sesso o esse” Zero pubblica nel 1978 “Zerolandia”. Nel disco, che raggiungerà la terza posizione della classifica, trovano posto altri brani “erotici” come “Amaro Medley” e “Sbattiamoci”, ma soprattutto pezzi divenuti di culto come la biografica “La favola mia”, “Sogni di latta”, “Fermati” e “Uomo, no”.

Nel 1979 pubblica “EroZero, album che traccia un primo bilancio della sua carriera e chiude un ciclo con l’uscita del film “Ciao nì”. Per mettere in scena lo spettacolo La favola di Ero Zero l’artista decide di affittare dalla famiglia circense Togni un tendone e chiamarlo Zerolandia. Pubblica il 45 giri “Il carrozzone”/ “Baratto”, che come l’album raggiungerà la prima posizione della classifica. “EroZero” è stato un disco pop complesso e variegato, contaminato da folk e rock, che alterna pezzi poetici e meditativi (“Il carrozzone”, “La tua idea”, “Periferia”, “La rete d’oro”, “Arrendermi mai”) ad altri irriverenti e fantasiosi (“Baratto” e “Fermo Posta”).

ANNI ’80

Renato compie trent’anni e chiede una tregua al mondo, a se stesso, al suo pubblico. Nasce da questi presupposti il doppio album “Tregua”, dedicato al padre Domenico scomparso nello stesso anno, anticipato dal 45 giri “Amico”/“Amore sì amore no”. Entrambi raggiungeranno il vertice della classifica. I diciotto brani di “Tregua” sono un caleidoscopio di generi, da “Niente trucco stasera”, “Guai”, “Fortuna”, “Profumi balocchi & Maritozzi” alle spirituali “Potrebbe essere Dio” e “Buon Natale”.

Fra Roma e Torino, tra il dicembre del 1980 e il gennaio del 1981 Zero mette in scena la serie di concerti Natale a Zerolandia da cui nasce un doppio album live dal titolo “Icaro”. L’album contiene due inediti live: “Chi più chi meno” e “Più su”. Dopo l’ennesimo trionfo in classifica, in estate, senza alcun preavviso Zero pubblica il 45 giri “Galeotto fu il canotto”.

Zero è inarrestabile tanto che nel dicembre 1981 pubblica un nuovo album d’inediti, dal titolo “Artide Antartide che scalerà le classifiche. Il disco si apre con “Pionieri” ed è un susseguirsi di pezzi riusciti: “Il jolly”, “Marciapiedi”, “Ed io ti seguirò”, “Padre nostro”, “Sterili”, “Gente”, “Stranieri”, “Ecco noi”, “Notte balorda”. A meno di un anno dal precedente lavoro discografico, Zero pubblica un album doppio dal titolo “Via Tagliamento 1965 – 1970”, tributo al periodo vissuto al Piper.

Dopo tanto ostracismo la RAI recluta Zero per lo show del sabato sera condotto da Corrado e Raffaella Carrà, ma non senza problemi, visto che la sigla “Viva la RAI” avrà qualche problema con la censura. Le canzoni interpretate sono: “Niente”, “La facciata”, “Resisti”, “Contagio”, “Angeli” e “Ancora fuoco”. Nello stesso anno conduce in radio la trasmissione Zerolandia Fermoposta, il cui successo porterà alla realizzazione di altre due edizioni. Nel dicembre dello stesso anno Zero subisce un duro colpo, quando il tendone di Zerolandia viene sigillato e posto sotto sequestro.

Dopo aver pubblicato in tre anni ben quattro doppi album, nel 1983 decide di diffondere un Q disc dal titolo “Calore”. Un disco estivo che conterrà i brani: “Spiagge”, “Voglia”, “Navigare” e “Fantasia”. Anche questo lavoro riuscirà a raggiungere il primo posto in classifica.

Nel 1984, dopo la frenetica e bulimica produzione discografica, Zero ritorna con un nuovo disco prodotto da Renato Serio intitolato Leoni si nasce. L’album verrà presentato nientemeno che allo zoo di Roma e contiene: “Per non essere così” e “Giorni”. Dopo la pubblicazione di “Leoni si nasce”; seguiranno due buoni inediti: “La gente come noi” e “Io qui”.

Nel 1986 pubblicherà il lavoro: “Soggetti smarriti”. L’album vincerà il disco d’oro per aver venduto centomila copie. Dieci i brani che lo compongono.

Dopo soli diciotto mesi, nel 1987, Zero torna sulle scene con un nuovo doppio album dal titolo essenziale: “Zero”. Va a mixare il disco al Punk Studio in Danimarca e mette insieme diciotto brani che evidenziano un autore raffinato e di spessore. Il tour teatrale che seguirà avrà stranamente maggior successo dell’album che contiene: “Siamo eroi”, “Artisti”, “Più o meno”, “Ho dato”, “Danza macabra” e “Telecomando” sono alcuni brani da inserire nel canzoniere zeriano.

Dopo la pubblicazione dei lavori, “Leoni si nasce”, “Soggetti smarriti” e “Zero”, nel 1989 Renato è pronto a licenziare il disco della rinascita: “Voyeur”. Otto brani (undici su cd), per un album registrato a Londra, dalle atmosfere più mosse e rockeggianti (gli arrangiamenti sono di Geoff Westley) che riporta Zero in classifica (settima posizione e 250.000 copie vendute). Il Voyeur tour raccoglierà 220.000 presenze e sarà per Renato la quadratura del cerchio.

ANNI ’90

I primi due album dal vivo di Zero sono accumunati e ispirati da figure mitologiche. Prima “Icaro” ora Prometeo”. Questo disco pubblicato nel 1991 in contemporanea con la VHS “Zero 40” è la testimonianza dei concerti tenuti allo Stellarium, ex Bussoladomani. Nel doppio disco è contenuta l’inedita “L’equilibrista” canzone scritta da Zero nel 1965 e il brano firmato da Mariella Nava “Spalle al muro”, portato da Renato al Festival di Sanremo. Nel Natale dello stesso anno promuove la sua nuova fatica discografica: “La coscienza di Zero”. Un disco atipico nel panorama italiano, che contiene brani nuovi, ma raccoglie, ripescate, le belle “Civiltà” e “Nafta”, “Al mercato dell’usato”, “Psicomania” e “L’assassino”, un duetto con Claudio Villa (“Buon Compleanno”), la versione di Zero del brano dei Rokes “È la pioggia che va”, un omaggio al cantautore Piero Ciampi (“L’aquilone Piero”) e pezzi degli anni ottanta come “Più insieme”, “Regalati una sera”, “Sipario”.

Nel 1992, per promuovere il progetto Fonòpoli, la sua città per la musica, Zero partecipa alla trasmissione televisiva 1 2 3 RAI. Nel 1993 decide di tornare al Festival di Sanremo con il toccante brano “Ave Maria, una preghiera laica in cui Zero si farà accompagnare da un coro polifonico e che gli varrà una standing ovation di oltre quattro minuti. Nel 1993 pubblicherà di seguito l’album “Quando non sei più di nessuno”. Contemporaneamente, a sostegno del progetto Fonòpoli, incide un mini cd intitolato Passaporto per Fonòpoli corredato da un calendario e la tessera dell’associazione. Il ritorno ai concerti avviene con il trionfale tour Zeropera, dove si esibirà con un’orchestra di oltre trenta elementi.

Nel 1994 esce il suo nuovo album: “L’imperfetto”. Questo disco rappresenterà la sua rinascita definitiva e il suo nuovo clamoroso successo. “Amando amando”, “Nei giardini che nessuno sa”, “Felici e perdenti” sono solo alcuni dei brani di un album dal gusto internazionale, dal pop moderno e dagli slanci sinfonici. L’album stazionerà in classifica per lungo tempo vendendo oltre 350.000 copie e per Natale verrà pubblicata una VHS del disco con un mini film incentrato sulla dualità bene/male. Nello stesso anno partecipa come doppiatore ed interprete alla colonna sonora al film di Henry Selick prodotto da Tim Burton, Nightmare before Christmas.

Nel 1995, sulla scia del successo ottenuto, Zero licenzia “Sulle tracce dell’imperfetto. Il brano di punta è “I migliori anni della nostra vita, che mette in risalto l’altissimo livello dell’interprete puro (si pensi a “Spalle al muro” e “Il carrozzone”). Nel cd (è l’unico disco di Zero a non essere pubblicato su vinile) trovano posto una nuova versione di “Paleobarattolo” (con coda strumentale di vecchi successi), “Nel fondo di un amore” e “Fine favola” (già presentate dal vivo durante il tour Zeropera), “Un altro pianeta”, “Un po’ di azzurro” e “Ancora Gente” (pubblicata precedentemente in un videoclip) e “Supersolo”. Nello stesso anno Zero collabora con l’amico Ivan Graziani nel brano “Lanutella di tua sorella”, che andrebbe rivalutato per la sua grottesca e irriverente ironia. I bagni di folla del tour del 1995 bissati da quelli del Tutto Zero per i festeggiamenti dei trent’anni di carriera.

Nel 1998 pubblica uno dei suoi album di maggiore successo intitolato “Amore dopo amore, che può essere considerato la summa della poetica di Zero nel periodo della sua maturità. Tredici brani (“Cercami”, “Figaro”, “L’impossibile vivere”, “Dimmi chi dorme accanto a me”, “La pace sia con te”) sono diventati pezzi irrinunciabili per quello che molti hanno definito il capolavoro della maturità.

Quattro pezzi inediti (“Il mercante di stelle”, “Appena in tempo”, “L’eterna sfida”, “Poesia poesia”) altrettanto validi hanno trovato posto nei singoli che hanno anticipato e seguito la pubblicazione dell’album.

Nel 1999, a testimonianza del clamoroso successo del tour che seguirà, Zero pubblica il suo terzo doppio album live: “Amore dopo amore tour dopo tour”. Verranno aggiunti quattro inediti da studio (“Si sta facendo notte”, “Che strano gioco è”, “Al buio”, “Il coraggio delle idee”) e uno live interpretato durante il tour intitolato “Il circo”. Sempre in campo per sostenere il progetto Fonòpoli Zero parte in un nuovo faraonico e trionfale tour: Cantiere Fonòpoli che vede la partecipazione straordinaria di Carla Fracci e dei Momix. Nello stesso anno oltre a pubblicare il singolo “Il coraggio delle idee”/“Matti”, Zero verrà invitato al Pavarotti and Friends e duetterà con il Maestro della lirica italiana sulle note de “Il cielo” e Mina consacrerà in qualche modo l’icona – Zero interpretandolo nell’album “Mina N° 0 (c’è persino un inedito in duetto intitolato “Neri”).

ANNI ’00

È il 2000 e per Zero, almeno in televisione, è giunto il momento dell’apologia con uno speciale in quattro puntate dal titolo Tutti gli zeri del mondo; Zero attinge a piene mani dal suo repertorio; particolare pregio “Quello che non ho detto” e “Via dei martiri”, interessanti sono certamente le cover, “La canzone di Marinella” di Fabrizio De Andrè, “Anche per te” di Lucio Battisti e “Tu sì’ na cosa grande” di Domenico Modugno (di cui verrà realizzato un videoclip), magistrali le interpretazioni dei medley dedicati a Luigi Tenco e Umberto Bindi, ma più sbalorditivo come Zero s’impossessi de “L’istrione” di Charles Aznavour. Nel settembre del 2000 scompare l’amata mamma Ada, una perdita e un dolore ammorbidito da una fede che nel 2001 Zero canterà nel suo nuovo lavoro discografico “La curva dell’angelo. L’album raggiungerà il vertice della classifica e risulterà il decimo più venduto dell’anno. Seguirà “Prove di volo, ennesimo trionfale tour che raccoglierà mezzo milione di spettatori e verrà premiato come il migliore dell’anno.

Zero nel 2003 pubblica “Cattura, un lavoro che trabocca arte sin dalla copertina (un’elaborazione grafica di Luciano Tallarini), innovativo, comunicativo e autocitazionista, dalle sonorità internazionali (come in “Voyeur” la produzione è affidata a Geoff Westley) con molti pezzi destinati a rimanere fra i migliori della produzione zeriana (“Magari”, “Come mi vorresti”, “Figlio”, “I miei miti”).

Cattura il sogno e Il sogno continua sono i concerti monumentali del 2004 che porteranno Zero nella classifica Pollstar dei tour di maggior successo a livello mondiale. Il dvd e doppio cd live “Figli del sogno” sono la cronaca fedele dello spettacolo (il dvd sarà il più venduto dell’anno).

Nel 2005 sarà tra i protagonisti del Live 8 proponendo “Cercami”, “Nei giardini che nessuno sa” e “I migliori anni della nostra vita” con Laura Pausini e Claudio Baglioni.

Nello stesso anno esce “Il dono”, un disco inaspettato, che viene anticipato dal bel singolo “Mentre aspetto che ritorni”, “D’aria e di musica” e “La vita è un dono”, che Zero proporrà anche in Vaticano. Il disco raggiungerà ancora una volta il vertice della hit parade e in sole sei settimane conquisterà il quarto posto nella classifica annuale.

Il tour Zeromovimento che partirà nel 2006 farà registrare il tutto esaurito e verrà trasmesso con successo dalla RAI.

Nel 2007 Zero porterà in giro per gli stadi italiani il suo nuovo spettacolo dal titolo emblematico Mp Zero, che chiuderà i battenti con circa 270.000 presenze in sole sette date.

Dopo quattro anni dal “Dono” nel 2009 arriva il disco “Presente”; questi i numeri: 500.000 copie vendute, cinque dischi di platino e uno di diamante vinti, con cui Zero torna a scalare le classifiche di vendita (sarà il secondo più venduto dell’anno). La vera notizia è che Zero è il prima artista italiano a prodursi e distribuirsi in proprio attraverso l’etichetta Tattica, senza sostegno delle major. Il disco, anticipato dal singolo e dal videoclip “Ancora qui”, offre diciassette brani poetici, colmi di emozioni, ben scritti e suonati e a tratti divertiti. Una scommessa vinta a cui segue un tour di successo (oltre 500.000 le presenze) incentrato sui brani di “Presente”, da cui viene tratto un DVD che è la testimonianza fedele dello spettacolo.

ANNI ‘010

Per festeggiare il suo sessantesimo compleanno Zero organizza in Piazza di Siena a Roma una serie di otto concerti titolati Sei Zero. L’evento convoglierà oltre 110.000 spettatori e approderà in una versione sintetizzata in tv e in una versione extralarge in un triplo DVD corredato da lettera autografa, cartoline fotografiche e un diario di oltre duecento pagine. Prima della pubblicazione del triplo DVD, che risulterà il più venduto dell’anno, Zero nel mese di novembre pubblica la raccolta “Segreto amore” (disco di platino e vincitore del Wind Music Awards), contenente tredici brani d’amore incisi tra il 1982 e il 2003 e due inediti: l’omonima title track e “Roma” già proposta durante il Sei Zero.

Nel 2011 Zero pubblica l’ennesima raccolta dal titolo “Puro spirito che ha come filo conduttore l’ironia. Diciassette brani (vengono recuperate “Galeotto fu il canotto” e “Menefotto”) più due inediti: “Sorridere sempre” e “Testimone”. A dicembre insieme ad altri colleghi, Zero si esibirà al 105 Stadium di Genova a favore delle vittime dell’alluvione, mentre nel settembre del 2012 sarà tra i protagonisti di Italia Loves Emilia tenutosi a Campovolo a favore dei terremotati dell’Emilia.

Dopo quattro anni dal suo ultimo album d’inediti Zero torna al suo pubblico con una trilogia “AMO costituita da due dischi d’inediti e un terzo elegante cofanetto, contente i due precedenti cd, un poster – puzzle dell’artista e il racconto dei brani inclusi. Nei due cd sono raccolti ventinove brani che raccontano l’amore nelle sue diverse declinazioni; un progetto omogeneo dove il primo capitolo si presenta maggiormente autobiografico ed autoreferenziale mentre il secondo amplia il raggio d’azione trattando argomenti diversi tra cui il malato mondo televisivo e discografico. Entrambi i capitoli di “Amo” raggiungeranno la prima posizione in classifica, portando Zero a raggiungere un record. È l’unico artista italiano ad aver raggiunto il vertice della classifica di vendite in ben cinque decenni diversi.

Il ventisette aprile parte dal PalaLottomatica di Roma (rinominato per l’occasione PalaZero) il trionfale Amo in tour incentrato sui brani del progetto “Amo”, che a rotazione verranno inseriti nelle scalette delle varie serate.

 

ZERO “LA MOSTRA”

Dal 18 dicembre 2014 al 22 marzo 2015 si è tenuta a Roma presso il Centro di Produzione Culturale La Pelanda, in collaborazione con il Macro – Museo d’Arte Contemporanea, la mostra Zero dedicata interamente all’artista romano. Viene ripercorsa la sua parabola artistica tra musica e versi, in una retrospettiva suggestiva ed ispirata che fotografa un arco di tempo in cui ci sono stati enormi mutamenti. Nessun reliquiario dunque, piuttosto un percorso di senso e vita, una fotografia storica e sociale che mette in relazione Renato Zero e il flusso del suo tempo e dell’Italia. Una mostra urgente in un momento storico che tende a cancellare la memoria, a livellare le differenze a non esaltare la creatività individuale. La mostra riscuoterà un notevole successo con più di 50.000 presenze. L’Associazione Culturale Fonopoli, in contemporanea alla mostra, lancia un bando di concorso intitolato Zero in letteratura che si propone di promuovere e valorizzare i contenuti, le strutture e il valore sociale dei testi di alcuni brani del canzoniere del cantautore romano. La partecipazione è riservata alle scuole secondarie di secondo grado di Roma e prevede l’analisi testuale o grafica di una delle canzoni proposte. Alla Scuola dove risulterà iscritto il vincitore e allo stesso verrà erogato un premio di mille euro, che lo stesso Zero ha consegnato durante una premiazione tenutasi proprio alla Pelanda.

 

2016 ALT – il ritorno con la denuncia sociale

Anticipato dal singolo “Chiedi” e dalla partecipazione come ospite d’onore alla 66° edizione del Festival della Canzone Italiana, ad aprile 2016 Zero pubblica “Alt”, un album d’inediti che già dal titolo indica il messaggio di cui si vuole fare portavoce. Un invito esplicito alla riflessione, alla ricerca dei valori perduti, a tornare in piazza a gridare il proprio disappunto, a vivere rapporti meno virtuali. L’originalità del disco sta nel fatto che Zero per la prima volte offre uno sguardo lucido e incazzato sul presente. Quattordici brani che spaziano dal pop al funk, passando per ritmi latini, chitarre elettriche e archi. Un caleidoscopio di suoni al servizio di testi incisivi e coraggiosi che affrontano temi come la fede, l’ecologia, il dramma del lavoro giovanile, il malaffare politico, l’accoglienza. Il disco (pubblicato in tiratura limitata insieme al 45 giri “Chiedi”/“Gli anni miei raccontano” anche in vinile) raggiungerà la prima posizione in classifica. Nel mese di giugno si esibisce in tre concerti evento nella magnifica cornice dell’Arena di Verona. Con il titolo Arenà – Renato Zero si racconta, un montaggio delle tre serate verrà trasmesso a settembre dalla Rai, raccogliendo i favori del pubblico con oltre 4 milioni di spettatori e il 20% di share. Successivamente viene realizzato un elegante cofanetto contenente un dvd, due cd contenenti la registrazione dei concerti e l’inedito “Non dimenticarti di me”.

A novembre da Bologna parte Alt in Tour, oltre 30 date tutte sold out, dove Zero, in una scenografia che ricrea un cantiere, presenta i brani del nuovo disco alternandoli ai vecchi successi, accompagnato dall’Orchestra Filarmonica della Franciacorta diretta dal maestro Renato Serio, dai Neri per Caso ai cori, dal giovane attore Luca Giacomelli Ferrarrini e da Sal da Vinci con il quale duetta nell’inedita “Singoli”, presente nell’album “Non si fanno prigionieri” del cantautore napoletano a cui Zero ha collaborato alla scrittura di ben 7 brani. In alcune date interverranno alcuni ospiti d’onore: Ron, Mario Biondi, Raf, Giorgio Panariello, Leonardo Pieraccioni, Tosca, Max Tortora, Eros Ramazzotti, Elio e le storie tese, Samuele Bersani, Franco Battiato.

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