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Johnny Dorelli

BIOGRAFIA

Nasce a Meda il 20 febbraio del 1937. Figlio d'arte, trascorre l'infanzia negli Stati Uniti, dove suo padre Aurelio Guidi, cantante tenore con lo pseudonimo di Nino D'Aurelio, si era trasferito per lavoro. Si fa notare in concorsi televisivi per giovani talenti, dove si esibisce con il nome d'arte di Johnny Dorelli (il cognome nasce dalla storpiatura che facevano gli statunitensi di D'Aurelio, lo pseudonimo del padre).

Rientra in Italia nel 1955 e viene messo sotto contratto dalla CGD di Teddy Reno, per la quale incide i primi 78 giri, soprattutto cover di brani statunitensi. Dorelli impone uno stile elegante e confidenziale, lontano dai gorgheggi e dalle cesellature del cantante "all'italiana". Uno stile che si ispira al modello americano del crooner, che in Italia avrà pochi esponenti (Nicola Arigliano, Emilio Pericoli, lo stesso Teddy Reno e pochi altri).

Il primo successo, del 1956, è Calypso melody, inserita anche nella colonna sonora del film Totò, Peppino e le fanatiche in cui recita una piccola parte. Altre famose canzoni del periodo sono: Tipitipitipso, Concerto d'autunno, Ma cosa importa a me, Refrain. Nel 1957 viene scelto dalla RAI per prendere parte, insieme a Nuccia Bongiovanni, al Musichiere di Mario Riva (verrà sostituito dopo solo tre puntate da Paolo Bacilieri).

Debutta al Festival di Sanremo nel 1958 con Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu, che vince inaspettatamente il primo premio. La coppia si ripresenta l'anno successivo con Piove, ottenendo una nuova vittoria. Comincia così ad entrare nel cast fisso di alcune trasmissioni televisive, la prima delle quali è Buone Vacanze con il Quartetto Cetra e l'orchestra di Gorni Kramer, che va in onda nell'estate del 1959 e del 1960 e ha il merito di far conoscere al pubblico i classici del jazz e i grandi standard americani, attraverso le voci di Dorelli e di altri giovani talenti quali Betty Curtis (sua compagna di scuderia discografica), Jula De Palma, Wilma De Angelis e Gino Corcelli. Sono gli anni di My funny Valentine, Boccuccia di rosa, Julia, Love in Portofino, Meravigliose labbra, Lettera a Pinocchio (quest'ultima tratta dalla prima edizione dello Zecchino d'Oro), tutti successi entrati in classifica.

Un grande trampolino di lancio per questi brani è rappresentato dai caroselli che gira per la Galbani con lo slogan "Galbani vuol dire fiducia". Altre incisioni (CGD) da menzionare sono i due LP 30 anni di canzoni d'amore (1964) e Viaggio sentimentale (1965), sorta di viaggio immaginario con canzoni dedicate a varie città (tra le canzoni: Firenze sogna, Rome by night, Nustalgia de Milan, Lisbona antica, A foggy day (in London town) e Vienna Vienna).

Dal 1963 in poi conduce fortunati spettacoli televisivi (Johnny Sette, Johnny Sera, Se te lo raccontassi) in cui dà prova delle sue doti di attore brillante recitando in numerosi sketch al fianco di attrici famose e creando il personaggio di Dorellik (a lui faranno riferimento in Arnoldo Mondadori Editore per creare il personaggio di Paperinik), figura caricaturale di ladro maldestro e sfortunato ispirata al fumetto Diabolik. In questi spettacoli ha l'opportunità di lanciare nuovi motivi, alcuni dei quali verranno usati come sigle, quali Twist così così, Era settembre, L'appuntamento, Probabilmente, Su ragazza hush, Al buio sto sognando e Arriva la bomba.

Il suo nome è legato anche allo show radiofonico della domenica mattina Gran varietà, scritto da Amurri, Jurgens e Verde, per la regia di Federico Sanguigni. Dorelli lo inaugura nel 1966 come conduttore, e ne presenta la maggior parte delle edizioni, fino alla conclusione nel 1979. Nel 1967 presenta a Sanremo, in coppia con l'autore Don Backy, L'immensità che è ad oggi il suo maggior successo discografico. Dello stesso periodo ricordiamo Solo più che mai e Non è più vivere, cover italiane di brani di Frank Sinatra (rispettivamente Strangers in the Night e My Way of Life). Torna a Sanremo l'anno dopo, con La farfalla impazzita, scritta da Mogol-Battisti e presentata in coppia con Paul Anka.

Nel 1968 interpreta la parte del conte Danilo nell'adattamento televisivo dell'operetta La vedova allegra, curato da Giuseppe Patroni Griffi e diretto da Antonello Falqui. Protagonista femminile dovrebbe essere Mina, ma le trattative con la cantante non vanno a buon fine, e il personaggio di Anna Glavary viene affidato a Catherine Spaak. Nel 1969 presenta, insieme a Raimondo Vianello e alle gemelle Kessler, una controversa edizione di Canzonissima. Dopo un periodo di crisi artistica, ritorna alla ribalta grazie al successo dello spettacolo teatrale Aggiungi un posto a tavola del 1974, portato anche in Inghilterra nel 1978 con Daniela Goggi e di Accendiamo la Lampada nel 1980. Tra il 1977 e il 1978 conduce con Mina la penultima edizione del programma radiofonico Gran varietà.

Numerose sono le pellicole cinematografiche che lo vedono impegnato, con buon successo di incassi, in diversi ruoli nel filone della commedia all'italiana (Una sera c'incontrammo, La presidentessa, Spogliamoci così senza pudor, Mi faccio la barca, Sesso e volentieri, A tu per tu) o di attore drammatico (Pane e cioccolata, Agnese va a morire, Il mostro). Vanno ricordate su tutte alcune interpretazioni del suo periodo più maturo: è il caso del film di Marco Vicario Il cappotto di Astrakan, del 1979, tratto da un romanzo di Piero Chiara, o di State buoni se potete, del 1983, nel quale interpreta, sotto la regia di Luigi Magni, il ruolo di San Filippo Neri, con le musiche di Angelo Branduardi. Notevole nel 2005 la sua interpretazione nel film di Pupi Avati Ma quando arrivano le ragazze? e anche il film del 1981 Ciao nemico, ambientato durante la seconda guerra mondiale.

Diverse le attività che ha continuato a seguire dagli anni ottanta ad oggi. Nel 1983, affiancato da Amanda Lear, Nadia Cassini, Gigi e Andrea e Gigi Sabani, conduce su Canale 5 la gara musicale Premiatissima. Nel 1984 conduce una nuova edizione di Premiatissima stavolta affiancato da Ornella Muti e Miguel Bosè. Sempre per la televisione, nel 1984 interpreta il maestro Perboni nel Cuore di Luigi Comencini e nel 1988 La coscienza di Zeno di Sandro Bolchi.

Nel 1985 guida la sua terza Premiatissima affiancato da Nino Manfredi e da un'esordiente Sabrina Salerno. Nel 1986 è alle prese con l'ultima edizione di Premiatissima, insieme a Enrico Montesano (in seguito sostituito da Lello Arena) e da una showgirl diversa ogni settimana. Dopo 3 anni, nel 1989, prende parte allo show su Canale 5 Finalmente venerdì assieme a Heather Parisi, Gloria Guida, Corrado Pani, Paola Quattrini e un giovanissimo Gioele Dix. Incide nel 1989 il 45 giri Mi son svegliato e c'eri tu di Alberto Testa e Augusto Martelli. Prende parte a una nuova edizione del Festival di Sanremo nel 1990, questa volta come conduttore assieme a Gabriella Carlucci, e l'anno successivo presenta il varietà del sabato sera Fantastico insieme a Raffaella Carrà.

Dal 1995 è in tutti i teatri italiani insieme a Loretta Goggi con la quale interpreta Bobbi sa tutto. Nel 2002, Johnny Dorelli tornò al timone di una trasmissione di Rai1 presentando Sette in condotta in onda dal lunedì al venerdì alle 20.45. Nel 2004 torna alla musica con l'album Swingin che vende oltre centomila copie conseguendo il disco di Platino, seguito dal DVD Swingin' Live. Del 2007 è la sua ottava partecipazione al Festival di Sanremo come cantante in gara (la prima dal 1969), con il brano Meglio così. Nel medesimo anno partecipa al gran galà delle 50 edizioni dello Zecchino d'Oro cantando Lettera a Pinocchio, che viene definita "La canzone regina dello Zecchino d'Oro".

Discografia

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