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Fabrizio De Andre'

BIOGRAFIA

Fabrizio Cristiano De André nasce a Genova il 18 febbraio 1940. Viene spesso soprannominato anche con l'appellativo "Faber", datogli dall'amico d'infanzia Paolo Villaggio in riferimento alla sua predilezione per i pastelli della Faber-Castell.

Successivamente ad un primo e problematico approccio, determinato dalla decisione dei genitori di avviarlo allo studio del violino, il folgorante incontro con la musica avvenne con l'ascolto di Georges Brassens, del quale De André tradurrà alcune canzoni, inserendole nei primi album. La passione, poi, aveva preso corpo anche grazie alla "scoperta" del jazz e all'assidua frequentazione degli amici Tenco, Bindi, Paoli, del pianista Mario De Sanctis ed altri, con cui iniziò a suonare la chitarra e a cantare nel locale "La borsa di Arlecchino".

Nell'ottobre del 1961 la Karim pubblica il suo primo 45 giri, con copertina standard forata. Il disco contiene due brani, Nuvole barocche ed E fu la notte. Negli anni successivi andò affermandosi sempre più come personaggio riservato e musicista colto. In questo periodo uscirono i suoi primi 33 giri. La sua discografia non è numerosissima come, del resto, inesistenti fino al 1975 erano i suoi concerti. L'album del debutto è Tutto Fabrizio De André (del 1966, ristampato due anni dopo con il titolo di La canzone di Marinella sotto un'altra etichetta e con una diversa copertina), una raccolta di alcune delle canzoni che sino ad allora erano state edite solo in 45 giri, seguito da Volume I (1967), considerato (non a torto) come il suo primo vero album, Tutti morimmo a stento (1968), Volume III (1968), Nuvole barocche (1969); quest'ultimo è la raccolta dei 45 giri del periodo Karim esclusi da Tutto Fabrizio De André.

Il brano di apertura di Volume I è Preghiera in gennaio, una canzone scritta di getto poche ore dopo la morte a Sanremo di Luigi Tenco, amico di giovinezza di Fabrizio. Gli anni fra il 1968 ed il 1973 furono fra i più proficui per l'autore, che iniziò la serie dei concept con Tutti morimmo a stento. Quest'album, ispirato alla poetica di François Villon, è il quarto concept album ad essere pubblicato in Italia; il testo del primo brano, Cantico dei drogati, è tratto da una poesia di Riccardo Mannerini, Eroina. De André incise anche una versione inglese dell'album, oggi esistente in unica copia. A Tutti morimmo a stento segue La buona novella; un album importante, che interpreta il pensiero cristiano alla luce di alcuni vangeli apocrifi, sottolineando l'aspetto umano della figura di Gesù. Nel disco suonano, tra gli altri, I Quelli, che nel 1971, dopo l'ingresso di Mauro Pagani, cambieranno il nome in Premiata Forneria Marconi. 

Proprio a questo periodo risale l'amicizia di De André con un altro collega che ha cantato, spesso, gli ultimi e i poveri, Gipo Farassino. Il disco successivo, del 1971, è Non al denaro, non all'amore né al cielo, libero adattamento (eseguito insieme a Giuseppe Bentivoglio) di alcune poesie della Antologia di Spoon River, opera poetica di Edgar Lee Masters; le musiche sono composte insieme a Nicola Piovani. De André in quel periodo incontra Fernanda Pivano, traduttrice e scrittrice che ha fatto conoscere in Italia la letteratura americana e che ha tradotto l'Antologia sepolcrale da cui trae ispirazione l'album. 

Nel 1972 la Produttori Associati, senza consultare minimamente l'artista, lo iscrive al Festivalbar con il brano Un chimico (pubblicato su 45 giri). Dopo l'intervento del patron della manifestazione, Vittorio Salvetti, si raggiunge un compromesso: la canzone viene inserita nei juke-box, come vuole il regolamento, ma il cantautore non si esibirà durante la finale di Verona nemmeno in caso di vittoria (l'edizione vede vincitrice Mia Martini con Piccolo uomo). Nell'autunno dello stesso anno pubblicò un singolo con due canzoni tradotte di Leonard Cohen Suzanne/Giovanna d'Arco (brani che verranno poi inseriti con un arrangiamento diverso nell'album Canzoni del 1974).

 L'album successivo fu, nel 1973, Storia di un impiegato, un "concept album" in cui Giuseppe Bentivoglio, autore dei testi con de André, racconta la vicenda di un impiegato durante il maggio del '68. Delle canzoni del disco, solo Verranno a chiederti del nostro amore rimane nel repertorio dell'autore dal vivo negli anni a seguire. Gli altri brani vennero eseguiti in concerto solo per qualche anno, ne è un esempio la Canzone del maggio inserita nella scaletta del primo tour del 1975 o ancora La bomba in testa, Al ballo mascherato, Canzone del padre, Il bombarolo e Nella mia ora di libertà che vennero riproposti solo in alcune date del tour del 1976. La pubblicazione di Storia di un impiegato coincide con un periodo di crisi professionale ed anche personale, e la pubblicazione di un nuovo disco di rifacimenti ad opera di Reverberi di vecchie canzoni incise per la Karim, intitolato Canzoni, darà inizio alla collaborazione con Francesco De Gregori.

Sono anche gli anni in cui De André fa le sue prime esperienze negli spettacoli dal vivo: lavoratore instancabile e al limite del perfezionismo in studio, il cantautore invece non riesce a trovare il coraggio ad esibirsi in pubblico. De André mise dunque da parte le sue paure da palcoscenico, paure che supererà solo con gli anni, suonando e cantando sempre nella penombra.Dopo la prima esibizione dal vivo nel 1975 a La Bussola di Marina di Pietrasanta, inizia un tour con due componenti dei New Trolls.Nella parte di tour del 1976 ai quattro si aggiungerà anche Alberto Mompellio al violino e alle tastiere.

Gli ambienti dell'Autonomia e della Sinistra extraparlamentare, che già avevano attaccato il cantautore per Storia di un impiegato lo contestano a partire dalle esibizioni dal vivo. È in questo periodo (per circa 10 anni, dal 1969 al 1979) che De André viene sottoposto a una serie di controlli da parte delle forze di polizia e dai servizi segreti italiani. A partire dal 1974, iniziò nuove collaborazioni con altri musicisti e cantautori e ad esplorare la produzione musicale degli autori americani, accanto a quelli francesi. Negli anni settanta De André tradusse infatti canzoni di Bob Dylan (Romance in Durango e Desolation Row), Leonard Cohen (It Seems So Long Ago, Nancy, Joan of Arc, Famous Blue Raincoat per Ornella Vanoni e Suzanne) e Georges Brassens (lavoro che porterà all'uscita dell'album Canzoni del 1974).

Nel 1975 collabora con Francesco De Gregori, nella scrittura di molti brani dell'album Volume VIII del 1975. Rimini (1978), segna l'inizio della collaborazione, che proseguirà per un lungo periodo, con il cantautore veronese Massimo Bubola. Andrea è uno dei brani più popolari dell'intera produzione di De André, che il suo coautore Massimo Bubola continua a proporre dal vivo durante i suoi concerti. Nel 1978 la Premiata Forneria Marconi ideò e realizzò nuovi arrangiamenti di alcuni dei brani più significativi del cantautore genovese, proponendo a De André, inizialmente restio ad accettare, un tour insieme, che partì il 21 dicembre 1978 da Forlì e continuò per tutto il mese di gennaio 1979.

L'operazione si rivelò positiva, tanto che il tour originò due album live (i primi album Live del cantautore), tra il 1979 ed il 1980, che conobbero un ottimo successo di vendite. Alcuni degli arrangiamenti realizzati dalla PFM furono utilizzati dal cantautore fino alla fine della sua carriera. La sera del 27 agosto 1979, la coppia fu rapita dall'anonima sequestri sarda e tenuta prigioniera nelle pendici del Monte Lerno presso Pattada, per essere liberata dopo quattro mesi (Dori fu liberata il 21 dicembre, Fabrizio il 22), dietro il versamento del riscatto, di circa 550 milioni di lire, in buona parte pagato dal padre Giuseppe.

L'esperienza del sequestro si aggiunse al già consolidato contatto con la realtà e con la vita della gente sarda, e gli avrebbe ispirato diverse canzoni, scritte ancora con Bubola e raccolte in un album senza titolo, pubblicato nel 1981, comunemente conosciuto come L'indiano dall'immagine di copertina che raffigura un nativo americano. Nel 1980 De André incide il 45 giri Una storia sbagliata/Titti, i cui brani (editi per la prima volta in CD solo nel 2005), sono entrambi scritti con Bubola. 

Nel 1982 fonda un'etichetta discografica (appoggiandosi alla Dischi Ricordi per la distribuzione): la Fado (Il nome deriva dalle iniziali del suo nome e da quelle di Dori Ghezzi), con cui pubblicherà dischi di Massimo Bubola, dei Tempi Duri e della stessa Ghezzi. Nel 1984 esce Creuza de mä, disco dedicato alla realtà mediterranea e per questo cantato interamente in lingua genovese, con l'importante collaborazione di Mauro Pagani, curatore delle musiche e degli arrangiamenti. Questo disco segna uno spartiacque nella carriera del cantautore: dopo questo album, Fabrizio esprime la volontà di non cantare più in italiano ma di concentrarsi esclusivamente sul genovese. A partire da Creuza de mä si concentra in particolar modo sulle minoranze linguistiche.  

Nel 1985 scrive insieme a Roberto Ferri il testo di Faccia di cane per i New Trolls, con cui partecipa come autore al Festival di Sanremo 1985, preferendo però non apparire ufficialmente come autore. Nel 1988 collabora con Ivano Fossati, cantando nella canzone Questi posti davanti al mare (contenuta nell'album La pianta del tè) insieme a Francesco De Gregori e allo stesso Fossati. Inizia poi la lavorazione del suo album successivo, che viene pubblicato all'inizio del 1990: Le nuvole (1990) titolo che (come nella omonima commedia di Aristofane) allude ai potenti che oscurano il sole, vede nuovamente la collaborazione di Mauro Pagani per la scrittura delle musiche (e di Ivano Fossati come coautore di due testi, Mégu Megún e 'Â çímma, di Massimo Bubola per il testo di Don Raffaé e di Francesco Baccini per quello di Ottocento). Con questo album De André torna in parte al suo stile musicale più tipico, affiancandolo alle canzoni in dialetto e all'ispirazione etnica. Fossati stesso sarà presente, inoltre, nella realizzazione del concept album di De André, Anime salve, pubblicato nel 1996. Incentrato sul tema della solitudine, è anche l'ultimo album in studio del cantautore.

Fra il 1990 ed il 1996 collabora con vari autori, sia come autore che come cointerprete, nei rispettivi album: tra essi ricordiamo Francesco Baccini, i Tazenda, Mauro Pagani, Max Manfredi, Teresa De Sio, Ricky Gianco, i New Trolls e il figlio Cristiano De André. Da segnalare la collaborazione con Li Troubaires de Coumboscuronell'album A toun souléi, dove De André partecipa all'incisione del brano in provenzale antico Mis amour, insieme a Clara Arneodo, la cantante solista del gruppo, e al chitarrista Franco Mussida. Nel 1996 De André collabora con Alessandro Gennari alla scrittura del romanzo Un destino ridicolo, dal quale dodici anni dopo Daniele Costantini ha tratto il film Amore che vieni, amore che vai.

Il 26 luglio 1997, Fernanda Pivano consegna a Fabrizio De André il Premio Lunezia. Nell'estate 1998 De André si esibisce in una nuova tournée che tocca varie località italiane. Il 13 agosto 1998, durante un concerto a Roccella Ionica (RC), pronuncia la seguente affermazione suscitando i malumori e le proteste dei tremila spettatori presenti. Dopo il concerto a Roccella Ionica, il 13 agosto del 1998, era prevista un'altra tappa a Saint Vincent il 24 dello stesso mese. Qualche giorno dopo gli fu diagnosticato un carcinoma polmonare, che lo portò a interrompere definitivamente i concerti. Nonostante la malattia, continuò a lavorare con Oliviero Malaspina al disco di Notturni, progetto che non vide mai la luce. 

La notte dell'11 gennaio 1999, morì all'Istituto dei tumori di Milano, dove era stato ricoverato con l'aggravarsi della malattia. 

Discografia

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