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Tiziano Ferro: il singolo per la nonna, le frasi su Ultimo e Jovanotti Alla presentazione di Accetto Miracoli a Milano si commuove due volte 21-11-2019

Tiziano Ferro si commuove 2 volte parlando del nuovo album Accetto miracoli, delle canzoni, del marito Victor Allen, di Ultimo e dell’idolo Jovanotti: a Milano, con il Duomo alle spalle attraverso la vetrata del Museo del 900, il cantante appare con un look total black minimalista, come sulla copertina del disco in uscita il 22 novembre, e si racconta alla stampa, a cominciare dal prossimo singolo che sarà In mezzo a questo inverno dedicato alla nonna Margherita e dal costume di Carnevale da Jovanotti.

ACCETTO MIRACOLI. “È tutto come nel giorno d'uscita di 111, l'album del 2003: Milano, novembre, le foglie e un disco nuovo”, esordisce Tiziano Ferro, “A maggio 2018 ho iniziato un percorso che ha cambiato completamente le carte in tavola. Questo album è testimone di un cambiamento completo, tutto nella mia vita è diverso: inevitabilmente il cambiamento finisce in un disco. Mi sono trovato a vivere in un posto differente da quello che immaginavo, senza sceglierlo: non lo amavo, ho imparato a conoscerlo, Los Angeles mi ha abbracciato e mi ha messo in difficoltà, per me casa non è un posto solo. Mentre scrivevo questo disco non pensavo di imbarcarmi in una relazione che avrebbe portato al matrimonio”.

Il nuovo album è prodotto da Timbaland: “È sempre stato uno dei miei idoli da quando avevo 16-17 anni e ascoltavo i suoi dischi. Per 18 anni di lavoro sono stato in una zona di conforto, da artista di provincia con sempre la stessa famiglia anche nella produzione di un album: ora farlo con un guru mi ha costretto a rimettermi in gioco da alunno con tutto da perdere; è stato importante perché avevo veramente bisogno di uscire da quella zona di conforto e confrontarmi con una creatività che probabilmente nel tempo era cambiata. Lavorare con una persona come lui mi ha costretto a ripropormi a qualcuno da zero: ha dovuto capire chi sono, come canto, come scrivo, cosa volevo. C’è stata una sorta di crisi, una situazione di tensione, solo all’inizio: lui non è entrato nel merito della scrittura, ha voluto solo vestire i brani. Mi sono sentito protetto e ben voluto: il risultato è un disco figlio di una micro-crisi che ho trasformato in spunti creativi utili; siamo partiti da un caffè, da una canzone e mezza, e siamo passati a un intero progetto: da 2 siamo passati a 8 brani. Poi avevo alcune ballate che non volevo sottoporgli ma l’ho provocato e lui ha fatto il gesto di affetto più grande nei miei confronti lavorando a qualcosa di molto lontano da lui: si è messo all’808, una drum machine vintage e complessa, creando i beat e la rimitica del brano Accetto miracoli”.

CANZONI. Tiziano Ferro ha commentato così alcuni brani del nuovo album Accetto miracoli, che esce venerdì 22 novembre 2019: ecco i due momenti di forte commozione vissuti dal cantante.

- Accetto miracoli. “Il disco è nato dal testo di Accetto miracoli: era giugno 2016, avevo appena finito di registrare l'album precedente nello studio di Michele Canova a Los Angeles con i miei musicisti e in quei giorni ho conosciuto Victor; ho lasciato che la vita facesse il suo corso, ho accolto cambiamenti ed è venuto fuori questo disco”.

- Casa a Natale. “Affronta il tema più complesso della mia vita, mi sono sempre sentito un outsider, fuori gara, fuori concorso, da bambino sfigato perché grasso, bullizzato perché mi piaceva studiare, non giocavo a calcio, mettevo i dischi alle feste perché avevo il mixer, quando trovato amici c’era sempre qualcosa che non andava, c’era sempre una linea di separazione, poi è arrivata la musica che mi ha permesso di trovare una luce in fondo al tunnel; ma fare il cantante a 20-25 anni non mi bastava, nonostante i dischi di platino, questa sensazione mi portava a migliorarmi continuamente ma rappresentava anche una difficoltà. A 35 anni ho iniziato ad accogliere tutto come una parte del copione che prima o poi diventerà chiaro. Oggi faccio quello che ha detto Meryl Streep quando ha ricevuto l’Oscar: 'Fai arte del tuo cuore spezzato', anche se c’è sempre quell’ombra; ho imparato a superare le offese e a scrivere canzoni, anche se ogni tanto faccio cazzate”. A questo punto Tiziano si è commosso la prima volta.

- In mezzo a questo inverno. “È la mia canzone preferita del disco, sarà il prossimo singolo, parla di separazione da una persona importante. Ho perso mia nonna Margherita, l’ultima che mi era rimasta: ho vissuto con lei da grande i miei 19 anni, avevo litigato con i miei genitori. Prima di lei non avevo mai perso persone chiave e colonne della mia vita: ho scoperto cosa vuol dire. Non volevo fare quello che scrive una canzone alla nonna, lei si incazzerebbe, era una donna forte che ha fatto due guerre; così la canzone è declinata al maschile, sentivo l’esigenza di far volare questa canzone per conto suo, non è servito a molto, perché ancora adesso faccio fatica ad ascoltarla”. Qui Tiziano Ferro si è emozionato per la seconda volta.

- Un Uomo Pop. “In 5 brani c’è la parola guerra, mentre 'cielo' e soprattutto 'ossigeno' sono vietate nelle mie canzoni, come l’aggettivo prima del soggetto per cui potrei buttare via un disco. Il valore catartico dei brani è innegabile per me: all’inizio erano il mio unico modo di comunicare. ‘Un uomo pop’ significa che mi sono uno scrittore pop molto guerriero: fare la guerra con il pop è difficile, è una bella arma, lo vedi nei concerti allo stadio. Il pop crea parentesi surreali rispetto alla realtà. Sono il caposquadra degli uomini pop, non ne ho mai avuto paura, l’ho sempre abbracciata come una forma di potere verso il mondo, il pop arriva dove filosofi e politici non riescono”.

- Vai ad amarti. “Non è un disco solo gravoso, ha tanti episodi di leggerezza pop, canzoni ispirate dalla tenerezza e dalla voglia di vivere come ‘Vai ad amarti’ in apertura.Timbaland è un omone di poche parole, è tutto musica: lui lavora in studio per 4 ore di fila. Quando ho preso confidenza, ho iniziato a chiedergli cose sul suo repertorio degli anni 90: gli ho chiesto dei beat tipo Missy Elliott, ho insistito e l’ho supplicato, l’ho preso per sfinimento e ci sono riuscito

- Il destino di chi visse per amare. “Contro le offese ci vuole la forza di prendersi una pausa. Sono molto orgoglioso dei miei fan; quando ci sono polemiche in corso, li invito a lasciar stare e a bloccare gli utenti. È faticosissimo, anche perché io la risposta ce l’ho sempre, almeno in 3 lingue. Il bullismo non è finito a 18 anni: è andato avanti, da parte di persone che parlano a caso o di persone che scrivono canzoni. Basta aspettare: quel minuto di pausa ti salva la vita. Fedez?Potrebbe, uno dei… Mi spiace quando gli atti di presa in giro rimangono legati al mondo dei sentimenti e della sessualità, perché anche una battuta può mettere a disagio un ragazzino: è un atto di bullismo verso di me e verso i giovani. Si sente il bisogno in questo Paese di una legge contro l’odio, per modificare i comportamenti: le parole sono importanti, ci hanno fatto grandi nel mondo con letteratura, cinema e arte in genere. Sono un autore, racconto la verità, scrivo anche al femminile perché faccio quello che mi pare: da battute e pensieri nascono le disparità che le donne subiscono ancora oggi”.

JOVANOTTI. “Volevo ringraziare Lorenzo che ha fatto un post lunghissimo e bellissimo”, dice Tiziano Ferro, “è stato il mio primo idolo da bambino, tra musica in auto e giradischi, è stato il primo ad occupare un posto sulla parete con un poster, avevo il suo astuccio di Jovanotti for president, a carnevale mi sono vestito da Jovanotti: cercavo ai mercatini il suo chiodo rosso, il suo cappellino… in classe aprii il fanclub di Jova, facevo anche le tessere, però un mio compagno si arrabbiò perché stavo diventando troppo popolare e fece il fanclub di Morandi superandomi perché coinvolse anche la maestra. Jovanotti raccontava e cantava cose sempre coerenti con le cose della mia vita. Quando ho sentito 'Tanto3' in anteprima è stato un grande onore: sono sempre timido nei suoi confronti. Sono andato da lui in studio a Los Angeles: gli è piaciuta la canzone, l’ha cantata e in 48 ore l'avevamo. Il risultato non è un featuring ma un duetto dall’inizio alla fine; sembriamo due che cantano insieme da una vita. Sembra che l’abbia scritta lui… Viva Lorenzo!”.

VICTOR ALLEN. “Vivo in California, non in America, in una bolla completamente diversa dal resto del Paese”, spiega Tiziano Ferro parlando anche di suo marito, “Mi ci sono trovato senza volerlo, la vita ha scelto per me, adesso la mia famiglia è lì, devo abituarmi a dirlo senza pensare che i miei genitori ci resteranno male. È una vita molto divertente quella in California ma, se non dovessi, non so se ci vivrei: Victor non può viaggiare per lavoro. Ho la radio sempre sintonizzata: per i miei amici emigrati, ad esempio, è un posto alienante. Sto con Victor da 4 anni, potevo prendere un permesso di cittadinanza ma penso che non mi sentirò mai a stelle e strisce. L’Europa è casa mia, rido e piango per la Brexit che mi fa un po’ sorridere, spero nell’evoluzione della civiltà nei confronti della carità per chi ha bisogno di un aiuto, calibrato e pensato, non stupidamente concesso. Spero che ci siano persone che accolgono altre persone con la voglia di integrare: non ho mai avuto l’atteggiamento da straniero”.

Sulla fede di Tiziano Ferro c’è la data americana del matrimonio, su quella del marito Victor Allen c'è quella italiana: “Ho tentato di vivere la mia relazione in maniera molto mia, di innamorarmi in modo diverso, a 40 anni ha un valore che non conoscevo; ho capito che il mondo stava cambiando, ho protetto questa storia, ci ho messo un po’ a parlarne ad amici a genitori perché quella persona poteva sparire, tutto giocava contro questa relazione: il posto, la differenza d’età... mi sembrava tutto troppo giusto per essere vero, tutto perfetto sulla carta. Dopo 2 anni e mezzo ho pensato che fosse giusto, visto che questa relazione era diventata una verità, fare il passo e parlarne con la mia famiglia: se l’uomo ha bisogno di celebrare quel momento da sempre, c’è un motivo, è un istinto. Ho voluto rendere condivisibile quel momento”.

ULTIMO. Tiziano Ferro ha parlato anche di Ultimo, definendolo “la più bella notizia dell'anno”, a proposito del panorama musicale: “Per la prima volta negli ultimi 3-4 anni sono confuso: la discografia è in crisi, è vero, le vendite sono crollate rispetto a 15 anni fa. Il lato positivo è che la fame di musica non è scesa: il disco di platino è diventato il live; gli esordienti vanno già nei palasport e il pop va negli stadi. Adoro la trap e mi diverte il reggaeton, ma non bisogna andare solo in quella direzione; Ultimo riempie gli stadi: è la più bella notizia di quest’anno, sento che gioca per la mia squadra, gliel’ho detto”.

ITALIA E MONDO. Gli artisti dovrebbero essere maggiormente schierati per cause civili e sociali? “Ho l’impressione che noi lo facciamo ma non veniamo molto ascoltati: la campagna degli artisti contro Trump, con spettacoli e premi Oscar, non ha ottenuto nulla. Quando ti avvicini al sociale o peggio ancora al politico, c’è una sorta di incapacità di arrivare alle persone in un certo modo: pensano ‘Canta e basta’ oppure hanno proprio voglia e bisogno di sentire quei messaggi. A volte lo faccio, anche per campagne benefiche e raccolte fondi, però sarebbe ora che lo facessero le istituzioni: il problema è la percezione di base. Però ci si prova”. E in Italia? “È una ruota che gira, votate se potete, io lo faccio sempre leggendo, ascoltando e avvicinandomi. Sono preoccupato per la civiltà nel mio Paese: ci sono argomenti in cui siamo indietro. I politici cambiano idea troppo spesso per affezionarmi a qualcuno: mi sento italiano al 100%, vedo mancanza di senso civico tra le istituzioni più che tra le persone”.

4 CURIOSITA'.
- “Nel 2020 compirò 40 anni segnando il fatto che metà della mia vita l’ho passata con la musica
- “Dolce & Gabbana mi sopportano da almeno 13 anni, rispettando la mia voglia di non avere eccessi, mi vengono incontro anche sul palco, mi hanno fatto fare pace con i vestiti
- “In California non mi faccio le canne, nemmeno ora che sono legali...
- “A 18 anni facevo il primo lavoro da corista, anche per i Sottotono; facevamo il tour, io ero dietro sul palco, vedevo il frontman e pensavo ‘non vorrei essere lui’, anche se sognavo di fare il cantante. Respingevo quel ruolo di responsabilità: ho iniziato nei club, ho suonato in molti posti del mondo, ho fatto gli stadi e li ho raddoppiati, ma mi sento ancora molto indietro. C’è qualcosa che mi trascina verso il bisogno di tenere una parte dell’esistenza solo per me: non ho un atteggiamento da leader e non lo voglio, però posso dare una mano


Autore:
Francesco Carrubba
21-11-2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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