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Tiziano Ferro: “Nella prima cena in famiglia, Victor si è sentito male...” A Radio Italia racconta il suo costume da Jovanotti e l'incontro con Emma 25-11-2019

Tiziano Ferro presenta a Radio Italia il suo ultimo album Accetto miracoli. Il duetto con Jovanotti, la collaborazione con Giordana Angi, il primo incontro con Timbaland, la festa-tour per i suoi 40 anni: l'artista si racconta in diretta con Mauro e Manola, svelando alcuni aneddoti sul marito Victor Allen e svelando un retroscena sull'incontro a Los Angeles con Emma.

Ci sono anche dei bambini qua... Il mio primo concerto è stato a 3 anni al Palazzo dello Sport di Latina, a vedere Riccardo Cocciante perché mia mamma era una grande fan. Bisogna trasmettere il verbo. Ormai ho 40 anni. Sono più che felice, anche di vedere nuove generazioni fiorire, perché alla fine giochiamo nella stessa squadra. Anzi, ne approfitto per salutare Ultimo che mi ha appena scritto: 'A Tizià il tuo disco ce l'ho a rota'”.

Quando il disco era in gestazione, hai ritrovato la spinta che hai detto che stavi cercando?Cantare mi piace forse di più, perché questo è un mestiere che impari col tempo, il canto te lo godi di più. La scrittura e la produzione invece perdono, non dico la spontaneità, ma un po' di quell'incoscienza e quell'impazienza. Mi sono circondato di autori nuovi, ma poi ho capito che dovevo mettermi io in discussione, anche il lavoro con Timbaland va in questa direzione”.

Tu iniziato con gospel, soul e rhythm and blues. Ora fai proprio il “genere Tiziano Ferro”...L'importante è rispondere alla tua verità. Nel disco c'è Jovanotti, che ha sempre raccontato alla gente quello che voleva, la sua verità è diventata la norma. Il pop non ha delle regole, le fai tu, sei più libero ed è quindi più divertente”.

A chi pensavi quando hai scritto Amici per errore?Non l'ho scritto per una persona. Gli amici per errore sono quelle sliding doors, quelle porte che potevano aprirsi e che invece non si sono aperte, quegli innamoramenti platonici. Le strade non si sono incontrate, ma rimane quell'erotismo impraticato ed è bello così. È un testo ispirato da Le Passanti di Fabrizio De Andrè a quel 'sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso'. Non è una storia precisa ma è la storia di tutti noi”.

Parlavi del featuring con Jovanotti.Non è un featuring, è proprio un duetto, perché cantiamo dall'inizio alla fine, quasi ininterrottamente insieme, prendiamo in mano le redini”.

Tu eri un suo fan... Penso di non essermi tatuato il suo nome perché ero minorenne e i miei genitori non me lo avrebbero permesso. Lorenzo è stato il primo a creare quella sorta di identificazione. È stato il mio primo idolo ed è strano perché siamo molto diversi. È un amore quasi religioso. Lui è cresciuto con me, io diventavo adulto e lui scriveva cose più adulte con me. La sua prima canzone di cui mi sono innamorato era Gimme five. Lui si faceva chiamare Joe Vanotti e io convinto che il suo nome fosse Joe. Nel Carnevale dell'88 mi sono vestito da Jovanotti, gli altri da pompiere, Zorro, I-Man. Nessuno capiva da che cosa mi fossi vestito, avevo rimediato i vestiti al mercato americano di Latina, avevo un chiodo rosso”.

È vero che pensavi a Jovanotti quando hai scritto Balla per me?Mentre la scrivevo no, altrimenti non avrei scritto mezza frase per la tensione. È successo che, a disco finito, un'autrice ha deciso di ritirare la canzone, di cui ero anche io autore. Ho preso la parte che avevo scritto io, anche un po' incazzato, e ho detto 'Adesso ci scrivo una canzone ancora più figa'. Jovanotti era a Los Angeles a registrare disco che esce adesso”.

Ci dicevi prima del cambio di produzione. In questo disco hai Timbaland... È capitato, la mia casa discografica mi ha detto 'Abbiamo parlato con Timbaland, lui è aperto alla produzione di artisti europei. Gli abbiamo fatto ascoltare alcuni tuoi pezzi e ti vuole incontrare'. Ci siamo visti e lui dopo mezzora mi ha chiesto le canzoni. Io non le avevo pronte, pensavo fosse un caffè. È capitato in un momento in cui i miei rapporti con il team di produzione precedente erano strani, a volte capita nei rapporti personali e lavorativi, ma io non facevo nulla per paura di uscire dalla mia zona di conforto. Poi è arrivato Timbaland”.

Hai detto “Mi ha tolto il tappeto sotto i piedi”... Timbaland è tutto musica. Con lui si fa musica, si ascolta musica, si registra musica. Mi ha detto 'Io non voglio entrare nel merito della scrittura. Tu sai bene cosa vuoi dire, io voglio solo vestire le tue canzoni'. Io avevo tutto da perdere e tutto da dimostrare. Molti mi hanno detto che in Accetto miracoli c'è qualcosa di Rosso relativo. Per me è tutto di guadagnato, è successa una magia”.

Ci sono 9 canzoni nel disco prodotte da lui.All'inizio dovevano essere 8. A disco finito, io stavo procedendo da solo con il brano Accetto miracoli e per scherzo ho chiesto a Timbaland 'Tu che ci faresti?'. Lui ha preso una drum machine TR-808 e ha iniziato a suonare la ritmica

La mia canzone preferita, sia perché ci sento il tuo trasporto, sia perché l'hai scritta pensando a tua nonna, è In mezzo a questo inverno, che sarà il prossimo singolo.Parte venerdì. Ho fatto anche un video che ho scritto io. Io ho rivelato questa cosa della nonna e la canzone ovviamente è scritta partendo dalla mia esperienza, ma non vorrei che passasse come una canzone autobiografica. L'ho anche declinata al maschile, perché volevo declinare l'argomento in maniera universale. Per me era importante sparecchiare tutto e tornare in maniera diretta senza filtri. Da loro, dai fan, mi sono sempre sentito il più stimato nell'universo, mentre nel mio team non era più così e mi dispiaceva. Con Timbaland era bello vederlo ed esplodere in un 'Good'. È stato utile per spaccare la pellicola tra testa e pancia”.

Parliamo invece del tour. L'avevo pensato prima di fare disco. Mi sono detto che per i 40 anni non volevo fare grandi feste raccolte. Non sarà il tour del disco, ma dei 40 anni. Ci saranno solo singoli. È il tour della festa”.

Poi ci sarà il tour europeo... È una cosa anche per la testa: uscire, cantare in posti più piccoli, prendere un treno per andare da Bruxelles a Monaco, sporcarsi le mani...”.

È venuta a trovarci Emma. Ci ha detto che è una tua grande fan...A Emma si può dire quello che vuoi, ma non che non sia sincera. Quando ha finito il suo album Fortuna mi ha detto 'Mi piacerebbe fartelo ascoltare'. Siamo andati in studio, lo stesso dove avevo registrato le voci del mio disco, e ci siamo emozionati. Avevo il mio disco pronto, ma mi sembrava di cattivo gusto dirle 'Adesso ascoltiamo il mio'. Era il suo momento”.

È vero che fai da guida turistica agli artisti che vengono a trovarti a Los Angeles? Io sono proprio l'Associazione promozione turistica a Los Angeles, faccio parte del paesaggio, sono nelle mappe. Tommaso Paradiso e Fabio Rovazzi, li ho conosciuti lì. Mi fa piacere conoscere gente nuova, lì parlo poco in italiano. A Los Angeles sei meno controllato, scopri persone anche in un ambiente più libero. Adesso voglio portare le persone ad amare subito Los Angeles. Che poi io non so davvero com'è vivere a Los Angeles, io sono andato con la casetta già fatta. A parte che ho conosciuto una persona che mi ha messo l'anello al dito... È come se mi avessero preparato, è mancata l'eccitazione, l'alienazione e la paura che un territorio così distante può far provare. Vivo una cosa che potrebbe essere qui ma è lì”.

Il destino di chi visse per amare è una delle canzoni più intime del disco.Vai poi a capire qual è la più intima. Mi sono proprio lacerato, aperto di brutto, sembra una canzone d'amore, in realtà è una riflessione, tra me e la versione vecchia di me. È stato utile. Se non mi fossi difeso e non avessi trovato surrogati di realtà e felicità, non avrei avuto strumenti per sopravvivere. La musica è una finestra da cui mi sono buttato mille volte con rabbia, dolore, senso di fastidio. Io sono stato fortunato perché non mi sono buttato veramente giù da una finestra. Sono stufo di mettere cuoricino sotto post di ragazzi che si sono tolti la vita. I social danno molte possibilità ma le tolgono anche e le leggi sono rimaste indietro rispetto a ciò che sta succedendo”.

A questo proposito, complimenti per monologo che hai fatto ieri sera da Fabio Fazio. L'ho scritto in un momento di grande urgenza. Non è così normale, mi ha concesso spazio importante a inizio programma. Ci ho messo un'ora a ripigliarmi, avevo un groppo in gola”.

Abbiamo ascoltato Sere nere, che ha un'estensione vocale pazzesca. Ha un passaggio difficile, ma non il più difficile. Il brano più difficile è L'amore è una cosa semplice, perché parte da note da baritono e arriva a un buon sol, ma anche Ed ero contentissimo, a livello di fiato”.

Come va la vita da sposato? “Bene, anche perché è un'unione civile. È arrivata dopo tre anni di relazione, non siamo bambini, aveva senso per un milione di motivi. È un proseguimento bello, interessante, divertente, non è iniziato nulla di nuovo. Victor quest'estate ha fatto la dieta del terrore, perché aveva il terrore di apparire accanto a me su un giornale. Ci hanno dato circa 800 foto del matrimonio. Un giorno lui mi chiama e mi dice 'Ho visto tutte le foto ed è stato psicologicamente e fisicamente faticosissimo. Tu sei venuto bello in tutte le foto e io no”.

Victor ha imparato l'italiano?No, sa le cose peggiori. All'inizio sentiva le mie telefonate con il manager, che di solito si concludono con 'Dai! Dai! Dai!. Lui pensava che dicessi 'Muori! Muori! Muori!', perché si pronuncia come 'Die'. Gli americani sulle regole, orari e numeri sono inamovibili, sono come tedeschi. Noi invece se la metro ha un ritardo di 15 minuti pensiamo 'Eh cosa me lo dici a fare?'. Il primo giorno che è venuto a cena da mia mamma eravamo in 5 e lei aveva cucinato per 12. Quella sera ho fatto l'errore di dire a mia mamma che a Victor piacciono gli gnocchi. Lui non riusciva a distrarsi un attimo che il piatto tornava pieno. Ha fatto anche i supplì che lui non conosceva, solo che ne ha fatti almeno 100, e non sto esagerando, in questo impulso di madre italiota che dice 'Mangia, mangia se no non mi ami'. Lui si è sentito male, aveva addirittura lo stomaco quadrato, non riusciva a dormire. Diceva solo 'Supplì', ma con il suo accento suonava come 'So please'. Mi è quindi venuta l'idea di aprire un ristorante di supplì a Los Angeles e chiamarlo 'So please'".

Parliamo di Sanremo.Sì, parteciperò con un brano scritto da... È molto divertente perché quasi tutti gli anni escono due notizie su di me: io che conduco Sanremo e io che faccio il giudice in un talent. Non sono un conduttore, magari potrei farlo, ma dovrei allenarmi. Ci vado volentieri, ma a cantare. Tre edizioni fa, Conti mi disse 'Per i 50 anni della morte di Tenco vorrei che aprissi il Festival con Mi sono innamorato di te'. E io mi sono detto: 'Toccherà alzare l'asticella'. Ora dovrò incontrare Amadeus, vedremo”.

Tu hai provato Sanremo nel 97 e nel 98.Mi hanno rimbalzato. Non ho fatto Sanremo, ma è stato meglio. Stavo scrivendo le canzoni ma non le avevo ancora. Mi sarei bruciato. Sanremo è andato bene con Carlo Conti e ha venduto dischi, penso che farà bene anche Amadeus, è una persona sensibile, vederlo lì sarà una bella cosa”.

Hai delle fissazioni quando scrivi. Ad esempio, il verbo non va mai prima del soggetto, è vero?Mai! Quando abbiamo scritto Seconda pelle con Giordana Angi, nel punto 'Sei seconda pelle e lo sarà sempre', lei voleva l'inciso 'Seconda pelle sei'. E io le ho detto: 'Ma come parli?'. C'è la tendenza a voler complicare linguaggio. A volte ci sta per motivi di metrica, ma non deve essere la norma. Io uso molto il passato remoto, siamo io e Amedeo Minghi. Se c'è usiamolo questo passato remoto”.

C'è stato anche il raduno con i fan... Ormai è tradizione farlo ascoltare al fan club. Cerchiamo di cambiare sempre città. È iniziato tutto con 20/30 persone per il primo album, c'era internet ma non i social”.

Parliamo di Buona e cattiva sorte.È stata la seconda canzone che ho prodotta con Timbaland quando ci siamo incontrati per quel caffè e io non avevo canzoni. Sono riuscito a farmi mandare le sessioni di Vai ad amarti e Buona e cattiva sorte. Lui ha tolto tutto e sulla mia voce ha iniziato a suonare il bit. Questo brano è l'unione perfetta dell'inizio della nostra collaborazione. Non è stato un vero e proprio singolo, è stato più un teaser”.

Abbiamo citato Giordana Angi. Ci sono 4 canzoni che avete scritto insieme in questo album.Le abbiamo scritte insieme in quel momento in cui lei era impaziente e anche triste, dopo l'ennesimo incontro con dei discografici a Milano andato male. Io sono stato lei, so cosa si prova. Le ho detto 'Scriviamo canzoni'. Ci tengo a quelle canzoni perché sono figlie di quel momento di impazienza, sono state scritte 2 o 3 anni prima del suo successo da artista”.

Quando è stata qui a Radio Italia lei ci ha detto di essere ancora incredula...Io sono fatto così. Non ho molto tempo da dedicare. Vorrei avere 100 autori, ma preferisco seguire poche persone e farlo davvero. Ora ci sono Emanuele Dabbono e Giordana. In alcuni momenti mi sentivo il suo assistente sociale”.

Parliamo del brano Accetto miracoli... È stato il primo testo che ho scritto, non c'era la musica. Tutti gli altri inediti erano più luminosi. Avevo paura a uscire con un testo che dice che fermo agli ostacoli, accetto l'intervento della vita. Ho chiesto l'aiuto di Giordana che ha scritto con Iammarino la musica. Io difficilmente scrivo solo il testo, ma questa volta avevo paura. Io sono un grande programmatore e organizzatore, ma per la prima volta è stato tutto sparigliato. Ho accolto quello che sto vivendo, non l'ho deciso”.


Autore:
Chiara Cipolla
25-11-2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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