Riki: “Ecco Mania! Sanremo? Quest’anno no… L’amore? C’è poco tempo…” Sogna di cantare in Piazza Duomo a Milano e di duettare con Fabri Fibra 17-10-2017
Riki, nome d'arte di Riccardo Marcuzzo, ci racconta che è pronto a lanciare il suo nuovo album, dopo l'EP d'esordio “Perdo le parole”: venerdì 20 ottobre uscirà infatti “Mania”, che è stato anticipato dal singolo “Se parlassero di noi”. Lo stesso giorno l'artista, emerso dal talent show “Amici di Maria De Filippi” inizierà un instore tour per presentare il disco. Poi, il 15 e il 18 novembre, ci saranno le anteprime live, andate subito sold out, di Milano e Roma mentre l'anno prossimo partirà il Tour 2018: sono già triplicate le date di Roma e Torino, raddoppiate quelle di Firenze e Brescia. Inoltre, si è aggiunto un nuovo concerto a Mantova, in programma il 16 marzo, e per la grande richiesta il terzo concerto di Milano, previsto all'Alcatraz il 27 febbraio, è stato spostato al Mediolanum Forum di Assago (Milano) il 12 aprile.
Riki racconta l’album che non finisce mai, il tempo chiuso in studio, le telefonate di Maria De Filippi, il rap e Fabri Fibra, i duetti possibili, il tour, il sogno di Piazza Duomo a Milano, Sanremo, i social e l’amore…
La tracklist è una sorta di percorso, da Mania Intro a Ainam Outro. Le canzoni sono collegate tra loro. Ad esempio, “Vendicativa” termina con il verso “Apri gli occhi e mostra come sei” e il brano successivo è “Credi in te”... “È un disco che aveva tanti aspetti che si potevano collegare tra loro. Agli instore il disco precedente andava in loop e con il mio produttore abbiamo detto: 'Facciamo un album che si collega dall'inizio alla fine'. Questa cosa è dimostrata sia a livello grafico dalle due freccine nella tracklist, una va avanti e una va indietro, e dal fatto che la prima traccia si chiama 'Mania' e l'ultima è 'Ainam', il suo contrario. In più 'Frena' è collegata a 'Mania' perché hanno la stessa tonalità e lo stesso bpm. La stessa cosa accade con 'Vendicativa' e 'Credi in te' che hanno un modo di scrittura completamente diverso, uno è un mid tempo e l'altro una ballad, però si collegano tra di loro per il contenuto. Poi alla fine c'è 'Ainam' che si ricollega a 'Mania' quindi se ascolti il disco in loop non finisce mai”.
L'album “Mania” è stato anticipato dal singolo “Se parlassero di noi” che ha debuttato al primo posto su iTunes, come tutti i brani contenuti nel precedente disco “Perdo le parole”. Qual è il segreto? “Non lo so anche perché questa volta era una cosa nuova, mentre prima magari era dovuto alla forza del programma 'Amici di Maria De Filippi'. Questa volta mi sono chiuso in studio: cerco sempre di comunicare sui social per stare vicino alle persone che mi seguono ma quando lavori a un progetto così grosso è normale anche staccarsi un attimo. Avevo un po' di dubbi, potevo anche aspettarmi qualcosina di meno e mi sarebbe andata bene ugualmente invece dopo un'ora che il brano era su iTunes eravamo primi ed eravamo contenti, abbiamo anche un po' festeggiato. Quello di 'Se parlassero di noi' è stato forse il primo posto più bello dopo quello di 'Sei mia' che era il primo e quindi è indimenticabile; lì ero sul treno Maria mi chiama e mi dice: 'Guarda che sei al primo posto. Sei contento?'. È stata una bellissima chiamata”.
“Perdo le parole” è stato il tuo Ep d'esordio. Ora trovane tre per definire il nuovo album “Mania”. “Scuro, introspettivo e differente”.
Ed è anche un disco che non ti ha fatto dormire... “Sono molto maniacale, un perfezionista, la mia casa discografica mi conosce e mi ha visto a volte, con la pressione e con i casini, degli atteggiamenti un po' esagerati però tenevo tanto al lavoro. Poi non sono così e quando ci ripenso mi dispiace. Ho fatto le notti perché ho curato qualsiasi cosa, ho diviso a metà il lavoro, ho fatto la grafica e la comunicazione con l'obiettivo di staccarmi dall'altro disco da tutte quelle che potevano essere le etichette, come il ragazzo uscito da Amici, quello bello. La foto del disco è inquietante però è anche fighissima, non ho aggiustato la pelle. Poi, va bè, mi sono messo le luci negli occhi però in alcune cose mi sono rovinato perché non volevo venisse fuori la mia faccia o l'addominale ma la musica. Questo anche perché è un disco un po' più scuro, più dark in alcune canzoni, più maturo quindi non volevo la classica copertina da bimbo. Poi una volta finita la parte grafica mi sono dedicato alla registrazione delle canzoni che avevo fatto quest'estate e a cui avevo lavorato in Toscana, in un posto bellissimo dove è nato proprio il disco con il mio produttore Riccardo”.
MANIA COVER DISCO E DISCO DELUXE #MANIA
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A proposito di “Mania”, hai detto di essere maniacale sul lavoro. Hai altre manie? “Chi mi conosce vede una differenza assurda perché io nella vita sono disordinato, non me ne frega niente, sono l'opposto. Sul lavoro invece divento maniacale. La mia mania era quella di viaggiare, adesso lo faccio ma sempre solo per lavoro. È bello veder tanti posti e crescere anche a livello culturale, vedere posti nuovi che possono dare ispirazioni”.
Hai mai pensato a dei duetti? “Ci ho pensato subito dopo il primo disc,o poi quando ho visto il lavoro quasi finito di 'Mania' ho preferito fare ancora un disco in cui c'ero soltanto io, anche se avevo la possibilità di fare collaborazioni. Non è per presunzione, è solo che scrivo, i brani sono miei, faccio anche prima, perché non devo trovare l'artista, fargli ascoltare il pezzo, scegliere insieme come farlo. Non aveva ancora senso. A me piacerebbe collaborare con qualche rapper, anche emergente. Poi mi piace molto Fabri Fibra, infatti ci era venuto in mente di fare qualcosa, lui non ne sa niente, non c'era niente di ufficiale né di ufficioso, è che lui è un idolo, lo stimo molto. Potrei dire anche Tiziano Ferro e Cesare Cremonini che però sono ancora inarrivabili”.
A novembre ci sono i concerti, andati subito sold out, a Milano e Roma. Poi partirà il tour 2018 che vede già date raddoppiate, triplicate, live che hanno registrato il tutto esaurito... “Questa è una cosa nuova, è la prima volta che faccio un tour tutto mio. Ho già avuto qualche esperienza quest'estate ma è diverso dal preparare tutto da zero. Non ho ancora tantissime idee perché non ho avuto il tempo di pensarci, ho finito adesso di registrate l'album e di curare il merchandising. Inizierò a lavorarci tanto da settimana prossima, durante l'instore. Poi ci sarà una pausa dedicata alle prove e lì struttureremo bene il tutto”.
C'è un luogo del mondo in cui sogni di suonare? “Piazza del Duomo a Milano, è il mio sogno. Facevo lezione di musica e l'università quindi avevo lo IED in piazza Cinque Giornate e a piedi andavo in Ticinese dove avevo lezione, passando da piazza del Duomo; a giugno vedevo il concerto di Radio Italia e pensavo: 'Cantare nella tua città è il massimo'. Quello mi manca ancora, speriamo. Lo sogno più di Sanremo, non voglio snobbare il Festival, quest'anno non ci andrò al per una questione di tempi e impegni ma mi piacerebbe in futuro salire su quel palco. Altrimenti l'America, Los Angeles, quei posti che vedi e invidi quando guardi i social”.
Parliamo un po' di social. In “Mania Outro” canti “Guardarsi indietro poi guardarsi a distanza, dentro a uno schermo in ogni foto che avanza”. C'è un riferimento al fatto che le nostre vite sono sempre più su uno smarphone o su un pc. Tu sei molto attivo social. Qual è il tuo social preferito? “Fino ai 24 anni, quando sono entrato ad 'Amici', non ho avuto social. Poi ho iniziato a usarli per lavoro quindi non li ho mai vissuti come fossero un divertimento. Poi una volta che ti abitui a vederlo come un lavoro torna a essere lo specchio della tua vita privata. Lo specchio migliore in questo momento è Instagram perché è un social molto più diretto e forse per questo funziona più degli altri: pubblichi una foto con una didascalia sotto e già stai descrivendo il tuo momento a livello di immagine e di contenuto. Facebook e Twitter non li so nemmeno usare. Anche se la gente pensa che io sia super social, in realtà io so solo che devo fare una foto, perché mi va, e poi scrivere quello che mi sento. È importante per comunicare con i fan, così sanno dove sei”.
Se dovessi scegliere un'immagine per fissare questo momento della tua carriera su una “Polaroid”, per citare un tuo brano, quale sceglieresti? “Ho tre immagini fisse nella mia breve carriera: io che prendo la maglietta della finale di 'Amici', la prima volta che ho tenuto in mano un disco e ho realizzato di aver fatto qualcosa di buono e l'Arena di Verona che, insieme a piazza Duomo, ha una sua storia ed è un'esperienza pazzesca. La polaroid di questo specifico momento, invece, rappresenta me chiuso in studio perché non ho fatto altro. Finito il disco, ho curato il merchandising, ho disegnato il cartellone, la copertina, le magliette, questa volta a casa davanti al pc”.
Disegnerai anche il palco del tour? “Sì, il palco lo stiamo già pensando. È forse l'unica cosa che c'è perché voglio pochi musicisti, quelli che servono, non voglio caricare troppo il palco. L'idea è quella di creare quasi dei quadri dei videoclip delle canzoni più importanti”.
Hai sentito ancora Maria De Filippi? “Maria la sento regolarmente. Mi ha aiutato tanto anche nei momenti di sconforto perché quando lavori tanto a un progetto, vivi solo con quel pensiero e non ti distrai ti vengono anche dei dubbi. Quando ascolti una canzone, magari bellissima, per 200mila volte non hai più termini di paragone. Lei è stata molto brava a incoraggiarmi, ha sentito i pezzi”.
E l'amore? Nel disco se ne parla molto, anzi, è proprio il tema principale... “In questo momento c'è poco tempo. I testi sono autobiografici però. Ho scritto metà dei brani prima di 'Amici' anche se con il lavoro di produzione che c'è dietro sono cambiate delle cose ed è tutto più maturo. Altri testi li ho scritti in questo periodo quindi magari si riferiscono a qualche storia ma niente di così importante”.