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Rancore a Sanremo, video: “La caduta a terra sul palco? Ecco perché” L’immaginario di Eden, le origini e almeno 3 cose in comune con Mahmood 07-02-2020

Rancore porta al Festival di Sanremo 2020 il brano Eden, il suo immaginario, le sue origini: ecco perché conclude il suo show con una caduta a terra sul palco e perché ha almeno 3 cose in comune con Mahmood. Si parla anche di Dardust e della cover di Luce (tramonti a nord est) di Elisa con La Rappresentante di Lista nella video intervista #atupertu a Radio Italia al Fuori Sanremo Reward Intesa Sanpaolo.


EDEN. Il brano che Rancore canta al Festival di Sanremo 2020 ha un immaginario particolare: cosa rappresentano la mela, il videoclip e la “caduta” teatrale sul palco del Teatro Ariston?
- La mela: “Rappresenta le scelte che l’uomo nel corso della storia ha sempre dovuto fare dando delle svolte alla storia stessa: ogni scelta che facciamo, come dice il testo, cambia quello che poi noi saremo. Ora che siamo nel 2020 è come se il futuro e il presente corrispondessero per via dei tanti cambiamenti che ci sono e per questo continuo levarci il terreno sotto i piedi. Siamo quindi di nuovo di fronte a una grandissima scelta: si percepisce che è un momento di cambiamento e che la nostra scelta cambierà il futuro, determinando anche quello che racconteremo ai più piccoli
- Il video: “Il tema è il videogioco, che è l’apoteosi di un mondo dove si possono fare tante scelte che possono essere più finali. I livelli del videogame rappresentano anche la tua ricerca: la canzone è scritta per essere proprio come un gioco, un labirinto di concetti da cui uscire. Il videoclip esprime questa sfida con noi stessi
- La caduta: “E’ il modo teatrale, che succede solo sul palco, per rappresentare come i 3 spari del brano siano un attacco che si fa e si riceve tutti i giorni in questa sorta di guerra psicologica che viviamo, in un mondo che ci bombarda quotidianamente, in cui si fa fatica a restare lucidi e in cui a volte si prendono tanti colpi. Non sempre si riesce a resistere a tutti i colpi

ORIGINI. Rancore è nato a Roma da papà croato e mamma egiziana: le sue origini lo influenzano nella scrittura? “Sicuramente sì, questo mix culturale mi ha portato a viaggiare da quando ero piccolo fino a che ho potuto, perché poi altri eventi mi hanno portato a dover restare molto più fermo al Tufello, il mio quartiere a Roma. Il viaggio è protagonista delle sue canzoni: in Eden viaggio nel tempo, raccolgo queste mele e i bivi di fronte a cui l’uomo si è trovato. È così anche in Luce di Elisa: per me scrivere è viaggiare stando fermi”.

DARDUST. Rancore ha alcune cose in comune con Mahmood: il mix di origini, la collaborazione con Dario Faini in arte Dardust e i 3 “battiti” del ritornello; nel caso di Soldi erano applausi, nel suo spari… “Non sapevamo che avremmo portato a Sanremo Eden, quindi non c’è alcun tipo di richiamo né l’idea di ricalcare niente. Il brano è nato in costruzione: creavamo la musica mentre si creava il testo, finché a un certo punto il terreno musicale su cui stavo scrivendo le parole mi ha portato a immaginare un Eden e il contrario, un mondo più unito e una divisione; così mi è venuto naturale pensare a questa divisione come uno sparo, un attacco: da lì è nata questa idea onomatopeica che si mischiava al testo e che ha portato a questo ritornello con la parte ritmica dei 3 spari”.

Autore:
Francesco Carrubba
07-02-2020 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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