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Negrita: “Eravamo molto vicini a scioglierci. L’album è nato nel deserto” Ecco Desert Yacht Club: “Scritto nel Joshua Tree tra la cucina e una nave” 19-03-2018

I Negrita sono stati “molto vicini” allo scioglimento prima del nuovo album Desert Yacht Club, lanciato dai singoli Adios paranoia e Scritto sulla pelle. Prima del tour di concerti 2018, Pau, Drigo e Mac si raccontano e ricordano il RADIO ITALIA LIVE - IL CONCERTO in cui hanno cantato anche Magnolia. Ecco l’intervista con Mauro Marino e Manola Moslehi nel Verti Music Place gremito.

Cosa avete fatto in questi tre anni?
PAU: “Siamo stati un po’ in giro suonando e ci siamo concentrati su questo lavoro partito a ottobre 2016 durante un mini tour mondiale: Londra, Tokyo, California e Los Angeles dove ci siamo fermati un mese per iniziare a pensare al progetto

Quanto siete stati vicini allo scioglimento?
DRIGO: “Siamo stati molto vicini a scioglierci, più per motivazioni personali che per interazioni tra noi. Siamo una band legata da un’amicizia antica e c’è molta stima reciproca. Nel tempo ci siamo specializzati: alla fine ognuno è utile agli altri. Io, con il cuore e con la testa, per diversi anni sono stato altrove, fino al punto in cui eravamo all’esasperazione: stavo esplodendo, ero arrivato a pesare quasi 100 chili, si chiama depressione

I fan possono inviarvi ogni segno “Scritto sulla pelle”, titolo del vostro singolo, per vederlo proiettato in tour.
PAU: “Dobbiamo smettere di parlarne. ‘Scritto sulla pelle’ parla di segni di vita che restano addosso. Abbiamo chiesto di inviarci segni come questi: arrivano tanti tatuaggi. Per i concerti faremo una mega selezione delle idee e delle fotografie migliori. Noi tre abbiamo più cicatrici che tatuaggi

Questo è il vostro album più autobiografico?
PAU: “L’album rispecchia molto quello che siamo ora, cioè ex ragazzi maturi, agée. Ci sono stati settimane e mesi di elaborazione prima di scrivere i testi: mi sono guardato allo specchio e non sono più quel ragazzo che cantava ‘cambio mentalità e identità’ nel 1994. Abbiamo 50 anni e siamo padri di famiglia: la prospettiva come autore è cambiata un po’. ‘XXX’ raccontava il nostro habitat e la nostra terra, la provincia: forse quello è il nostro disco più autobiografico, ma tutti i nostri album sono un po’ biografici

Il disco è nato proprio nel deserto…
PAU: “Il proprietario napoletano del resort si è comprato un pezzo di deserto e ha creato questo luogo, fuori da Los Angeles. Quel posto ha liberato la nostra fantasia, mentre vivevamo gli estremi del deserto: fuoco di giorno, freddo di notte. Avevamo una marea di input, li abbiamo buttati nel pc che era il nostro studio mobile

Cosa rappresenta la foto di copertina?
DRIGO: “Dato che la musica è cambiata - e per ritrovare la sintonia tra noi -, è stato piacevole cominciare ad ascoltare altra musica, meno vicina noi. Abbiamo condiviso una playlist su Spotify continuando ad aggiungere brani. L’assolo del chitarrista in cima alla montagna ripreso dall’elicottero non interessa più, così ci siamo reinventati: Pau è stato il leader di un rinnovamento musicale, mentre io ho preferito rimanere in disparte, per poi capire come inserirmi nel lavoro. L’immagine di Pau con la chitarra su una nave nel deserto è il simbolo di questa rinascita
PAU: “Anche perché noi, all’inizio, eravamo desertificati…

Fra le nuove canzoni c’è “No problem”.
PAU: “È nata a San Diego con un giro armonico già completo di Mac. Il testo vuole ricordare un amico importantissimo che non c’è più, poi si è allargato per raccontare cose che la nostra generazione ha ben impresse, dai rimpianti ai sentimenti

Avete usato il metodo “Kitchen Groove”. Cos’è?
MAC: “Ci siamo spostati dalla sala prove alla cucina. Abbiamo scritto un intero album lì. Ci serviva un tavolo dove montare gli strumenti minimi e da apparecchiare ogni tanto con piatti e posate. Un’idea, nata con la chitarra a bordo piscina, poi veniva concretizzata al microfono e al pc in cucina. Quando il clima umano è buono, vengono fuori grandi cose
PAU: “Il ristorante era aperto h24, perché abbiamo fusi orario diversi. Una volta recuperate le idee e le energie, non finivano mai e siamo andati avanti per un mese. Siamo tornati distrutti e con qualche chilo in più

Cosa ricordate di RADIO ITALIA LIVE - IL CONCERTO 2012 in Piazza Duomo a Milano, dove avete cantato anche “Magnolia”?
PAU: “Sembravo Enrico Ruggeri perché lui presentava la serata. Sin da ragazzetto, mi piacevano i Decibel: andai a comprare cintura e occhiali bianchi, come i loro. Quando gliel’ho detto, non mi ha filato… Prima di andare in scena, sono passato in un corridoio stretto e nero del backstage ma avevo gli occhiali da sole e non vedevo niente, così mi sono impigliato nello strascico nero di Belen Rodriguez, che si è dovuta andare a cambiare in camerino…

Per salutarci, a Drigo tocca ricordare le date del tour!
Ci sono periodi in cui capisco la città in cui mi trovo dalla saponetta dell’hotel… Il 10 aprile saremo all’Unipol Arena di Bologna, il 12 al PalaLottomatica di Roma e il 14 al Mediolanum Forum di Assago a Milano

 


Autore:
Francesco Carrubba
19-03-2018 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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