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Ligabue: “Nel '99 volevo smettere. In 77+7 i brani per questa guerra” Elisa, le canzoni, il libro, l'Inter e Sanremo: “Non credo ci andrò” 01-12-2020

Nel '99 Luciano Ligabue voleva smettere ma per fortuna non l'ha fatto: ora ci sono la raccolta 77+7 e un album di 7 canzoni inedite, da La ragazza dei tuoi sogni a Volente o nolente con Elisa, "utili" nella guerra al Covid. Ecco le sue frasi di oggi alla stampa: dallo studio di registrazione parla su Zoom dei brani e dei 30 anni di carriera, del numero 7, del libro "È andata così", del concerto a Campovolo nel 2021 ma anche di Inter e cinema: “Sanremo? Non credo ci andrò”.

PERDERSI. Sul 1999, Ligabue racconta:Mi è capitato di perdermi soprattutto facendo questo mestiere, che è meraviglioso: quest'anno ho fatto 60 anni, la mia vita è divisa esattamente in due, 30 anni da musicista e 30 no. Non avrei potuto immaginare tutto quello che è capitato: sono grato totalmente per questi anni così intensi, ma l'intensità la si paga; a volte ho perso me stesso o la mia identità. Nel 1999 avevo meditato di smettere, poi fortunatamente c'è sempre stata una vocina dentro di me che mi ricordava la bellezza dei concerti; non ero preparato a quella mole di successo. Arrivavo dopo Buon compleanno, Elvis, Su e giù da un palco, Radiofreccia: non ero pronto a essere raccontato come non sono da troppe persone, né all'isolamento che questa cosa produceva, mi ero chiesto se valesse la pena o no andare avanti. Ho deciso che non potevo fare a meno dei concerti”.

Luciano aggiunge:Conosco la solitudine, sono spesso solo. Quando ho avuto successo, di colpo andavo dal mio edicolante e lui quasi ogni giorno voleva assicurarsi che io non fossi diventato troppo stronzo, perché il successo crea diffidenza: anche chi mi conosceva bene ha iniziato a parlarmi con una nuova idea di me. Questo crea solitudine: ogni personaggio pubblico deve fare i conti con questa cosa. Ora questa situazione per me non è risolta ma ci convivo meglio”.

Prima di fare musica il Liga ha fatto diversi mestieri:Non avevo messo in preventivo il lavoro del metalmeccanico, è stato veramente tosto e formativo, per un mese ho lavorato a una macchina che faceva stampi di plastica, sembrava Tempi moderni di Charlot, non venivano mai le sei di sera, era un tortura importante. Di fianco a me c'era un collega che lo faceva da 25 anni e fischiettava tutto il giorno: quindi non siamo tutti uguali. Ho pensato che avrei cercato di fare qualcosa di diverso nella vita: nel '99 potevo permettermi di campare per qualche anno di rendita nel tempo e a cosa fare avrei pensato dopo”.

77+7. Una doppia uscita discografica per celebrare 30 anni di una straordinaria carriera: l'album di canzoni inedite “7” e la raccolta “77+7”, in uscita venerdì 4 dicembre 2020 e già in preorder, con i 77 singoli che hanno fatto la storia del Liga, rimasterizzati nel 2020. Il 7, un numero da sempre speciale per Ligabue, diventa protagonista di questo nuovo progetto musicale: il disco di inediti contiene 7 brani, spunti che Luciano ha ritrovato, riscritto e prodotto ricavandone 7 nuove eccezionali canzoni. Luciano ha scoperto che i singoli che hanno fatto la sua storia musicale sono proprio 77: in questi 30 anni, in media ogni 5 mesi, è uscito un singolo di Ligabue. I singoli inediti “La ragazza dei tuoi sogni” e “Volente o nolente”, il primo vero duetto con Elisa, sono in radio e su YouTube.

Il nuovo lavoro di Luciano è sintetizzato in due versi di A muso duro, il brano di Pierangelo Bertoli (uno dei primi a credere in lui) cantato in chiusura di Italia Loves Emilia: queste canzoni hanno “un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”. Di 7, infatti, fanno parte canzoni la cui cellula germinale è in un titolo (Oggi ho perso le chiavi di casa), in un ritornello (Mi ci pulisco il cuore), in una linea di basso (Si dice che), in una voce candida (Volente o nolente) o in suggestioni di vario tipo (La ragazza dei miei sogni, Essere umano, Un minuto fa).

Il numero 7 è sempre stato il suo numero preferito:Un paio di anni dopo Buon compleanno, Elvis, mi arrivava ancora posta su quel disco: due lettere di due diverse numerologhe mi volevano far sapere che io sarei un 7 che cammina. Il mio nome Luciano e il cognome sono di 7 lettere, San Luciano è il 7 gennaio, le mie iniziali sono due elle che rovesciate sono dei 7, nel 1987 ho fatto il mio primo concerto, il primo stadio è del 1997, la traccia più popolare è Certe notti che è la numero 7 di Buon compleanno, Elvis. Da allora un po' per gioco un po' come pretesto, ho fatto le 7 notti di Arena, i 7 live al Forum e al PalaEur: d'altra parte perché inimicarsi le stelle?”.

LE 7 CANZONI INEDITE. Oltre ai 77 singoli, la tracklist dell'album 7, prodotto con Fabrizio Barbacci, con alcuni commenti di Luciano: “Avere meno canzoni in un album, in un momento in cui c'è grande distrazione sulla musica, dovrebbe fare in modo che ci sia più attenzione sui brani”.
1. La ragazza dei tuoi sogni. “Dei 7 è forse il pezzo con lo sguardo più rivolto verso il passato. Era una demo già portata avanti, non mi convinceva il testo scritto in passato né la produzione, poi ho trovato la chiave sia per le parole sia per i suoni”
2. Mi ci pulisco il cuore. “Sono partito dal titolo sfacciato, mi divertiva. C'è un po' un elenco: una luna ruffiana, il sole di aprile... I modi con cui ci puliamo il cuore hanno a che fare con il modo con cui guardiamo il mondo: quando siamo presenti a noi stessi, viviamo davvero ciò che ci sta accadendo, come cantava John Lennon”
3. Si dice che. “È il brano più rivolto al futuro, fa ironia sui commenti social di oggi. Sono tuttora arrabbiato, spesso e mal volentieri. La linea di basso di Ghezzi dettava l'andamento della canzone: quando l'ho ritrovata nel cassetto, abbiamo provato a rifarla daccapo con due o tre bassisti, ma non siamo riusciti a trovare lo stesso piglio e non riuscivamo a risalire al bassista originario, abbiamo scoperto che era Ghezzi alle prove a Campovolo. Pochi giorni dopo lui se ne è andato: con questa canzone l'abbiamo anche omaggiato”
4. Un minuto fa. “In Buon compleanno, Elvis si menziona una certa Key, anche perché c'era una canzone pronta, finita poi in Miss Mondo. La musica di questa traccia iniziale è questa ed è quella che doveva finire in Buon compleanno, Elvis”
5. Essere umano.Ha il suono più attualizzato di tutte. Credere in un nuovo umanesimo significa essere dotati di un grande ottimismo. Io dico che è un'occasione da non perdere: tutto questo ci ha costretto a fermarci, proviamo a ripensare una serie di cose. Fino a ieri godevamo di un certo benessere, di tecnologia e scienza ma c'è un'infelicità diffusa: dobbiamo riuscire a stare meglio noi
6. Oggi ho perso le chiavi di casa.Mi succedeva proprio così: le perdevo spesso e volentieri, con tutti i conseguenti problemi sia per la mia famiglia sia per i fabbri... È una metafora: ci si perde e ci si ritrova
7. Volente o nolente feat Elisa.Quindici anni fa ho scritto gli Ostacoli del cuore e per la prima volta mi è venuta voglia di far cantare un mio brano a un'altra voce, ho pensato subito Elisa. Le assicurai che mi sarei fatto una ragione nel caso di un no. Intanto preparai anche il provino di Volente o nolente: così in un pomeriggio intenso abbiamo registrato le due demo, chitarra acustica e piano. Volente o nolente parla di due persone costrette a stare lontano, con una eco di attualità, e si scambiano desideri, oltre al forte bisogno di saper sperare: la performance di Elisa di 15 anni fa era piena di candore, l'ho presa e ho montato la canzone con Barbacci attorno alla sua voce. Non avevo mai messo un duetto in un mio album: a parte una serie di vocalizzi alla fine di Male non farà, non c'era mai stata una voce femminile nei miei album. Nel futuro, poi, non sai mai cosa potrà capitare

LE CANZONI “UTILI”. In conferenza stampa, Ligabue risponde a una domanda di Radio Italia: quali brani di “77+7” possono essere “d'aiuto” in questo periodo, visto che alcuni pezzi sono nati anni fa ma sembrano perfettamente in sintonia con lo stato d'animo di tante persone, in piena emergenza Covid: “A me piace parlare di brani utili. Oltre a Il giorno di dolore che uno ha, penso a Quella che non sei: hanno avuto la funzione di aiutare e riuscire a trasferire conforto in alcune persone, questo mi inorgoglisce, è la condivisione di un essere umano; quando si soffre ci si sente soli, tutti passiamo per certi passaggi ma prima o poi le cose cambieranno permettendoci di andare avanti. Il messaggio di 'Niente paura' è quasi troppo sfacciato in un momento in cui dobbiamo essere capaci di gestire l'emergenza ed evitare il contagio, tenendo botta: dobbiamo riuscire a non avere paura più di tanto, perché rischiamo di avere paura per l'economia e i vaccini ma non siamo in grado di gestire quelle cose, dobbiamo fidarci e pensare positivo. Nei dopoguerra - questa è una guerra - c'è sempre una ricostruzione, possiamo sperarlo”.

La creatività è legata allo stato d'animo che si prova:In questo caso si va dalla preoccupazione alla paura vera e propria, fino allo scotto psicologico di cui capiremo il peso veramente solo quando saremo fuori dall'emergenza. La creatività può essere anche una reazione al malumore, che porta a cercare la speranza: ho sempre cercato di trasferirla con il mio lavoro, penso che ci sia in queste canzoni, nonostante si ritrovino a fare i conti con il periodo attuale; Volente o nolente e Mi ci pulisco il cuore fanno i conti con quello che stiamo vivendo. Non penso che le canzoni possano risolvere la vita o le crisi delle persone, ma possono dare conforto e calore, fare compagnia e tenere una mano sulla spalla”.

Cosa si prova a riscoprire un intero repertorio?Guardare al passato ha prodotto dentro me tenerezza e nostalgia, anche per la lunghezza e il colore dei capelli, per una forma fisica diversa, per un'incoscienza e spensieratezza che dopo tanti anni di esperienza è difficile avere. Girare film o pubblicare racconti: sono uscito altre volte dalla comfort zone, una cosa con cui non ho mai fatto i conti. Certe volte potevo lasciare passare più tempo tra un disco e l'altro, per fare tutto con più calma: evidentemente ho avuto un tappo sulla testa fino ai miei 30 anni, poi ho tirato tutto fuori. I tormenti dal passato infatti vengono quando vedo alcune cose brutte che ho scritto: scrivere per me è un buon modo per stare meglio, scrivo tanto, anche con temi e giri armonici diversi ma spesso non mi piacciono”.

IL LIBRO. È disponibile in libreria e sugli store digitali “È andata così” (Mondadori), l’autobiografia artistica di Luciano Ligabue, scritta a quattro mani con Massimo Cotto: ripercorre la straordinaria trentennale carriera del Liga tra canzoni, dischi, concerti, tour, eventi, libri, film, aneddoti, retroscena e dettagli creativi completamente inediti: “Durante il primo lockdown scrivevo un capitolo al giorno insieme a Massimo, avevo la fortuna che il mio staff mi recuperava tutte le date, le fotografie dei concerti e degli eventi di quell'anno: è stato un salvagente emotivo, ero con la testa sulle emozioni di quegli anni. Passando anche attraverso i momenti di crisi, ho rivissuto le emozioni che avevo anche bisogno di ricordare: è un libro piuttosto pieno dell'emozione che scaturiva giorno per giorno nella stesura dei capitoli. Non ho mai cantato È andata così, il brano che ho pensato per Loredana Bertè: mi ci ritrovo tanto e il testo è diventato l'epilogo del libro”.

CAMPOVOLO. Il 19 giugno 2021 Luciano Ligabue tornerà live con “30 anni in un (nuovo) giorno”, l’evento in data unica, già sold out con 100mila biglietti venduti in prevendita, che inaugurerà la RCF Arena di Reggio Emilia (Campovolo) nel segno della straordinaria carriera del Liga: “Non mi ci sto preparando, sono ancora in una fase di estrema frustrazione e incazzatura, voglia, rabbia... Sono una pentola a pressione colma di sentimenti data dal fatto che questa doveva essere una festa meritata per me e per i fan che avevano già preso il biglietto. Mi pesa pensare che avrà luogo fra così tanti mesi: conto che sarà a giugno, fra roba da sfogare e frustrazioni, gioia, senso di liberazione che proveremo nei confronti di un'oppressione che ora sentiamo addosso, tante cose capiteranno al punto che il concerto sarà quasi insostenibile per me, lo scopriremo solo vivendo”.

Si può dire che il palco abbia salvato la carriera del Liga:Ho cominciato questo mestiere perché a 27 anni ho fatto il mio primo concerto: era un pomeriggio di domenica, in un centro culturale, davanti a 100 persone, amici miei o della band degli OraZero. Il palco era alto mezzo metro e c'era una strumentazione al limite del ridicolo: però quello che ho provato in quell'occasione ha fatto sì che io dopo cercassi di replicare sempre quella sensazione facendo più concerti possibili. Fare concerti per me significa avere avanti qualcuno che rimbalza ciò che prova con il viso, il corpo, le emozioni, i movimenti a tempo. L'elemento umano è decisivo nei live: questo è come vivo la musica io, non sappiamo nulla del futuro. Magari fare concerti in streaming diventa uno dei pochi modi di far lavorare gli addetti ai lavori: spero però che nel futuro i concerti non debbano essere ridotti solo allo streaming. L'esperienza umana del vivere il concerto non è paragonabile a nient'altro, è quella in cui più ci si lascia andare in mezzo a tante persone”.


Cresce quindi l'attesa per il concerto del 19 giugno 2021:È stato un anno molto particolare nella sua sfiga e tragicità, avevamo in testa di fare tanto per celebrare i 30 anni, non abbiamo potuto fare la cosa che contava di più: il concerto, allora visto che siamo stati costretti a fermarci, abbiamo guardato il passato: ed è stata la prima volta in 30 anni, ho pubblicato veramente tanto, forse troppo, sono andato avanti a testa alta, ad ariete. La tragedia del Covid mi ha costretto a guardare all'indietro: è stato quasi magico vedere che sono usciti tanti singoli, pure troppi, ma mi è veramente colpito il fatto che nel frattempo magicamente quei singoli siano proprio 77, oltre a 7 spunti nuovi” .

4 FRASI SECCHE. Da Sanremo al cinema fino all'Inter e alla musica liquida, ecco alcune battute del Liga:
1.Non credo proprio, non so niente del Festival di Sanremo 2021, non abbiamo messo in preventivo nessuna presenza
2.Ho fatto film quando avevo una storia che non potevo non raccontare. Fare film è molto più faticoso che fare musica, per me almeno: quando giro rinuncio a un anno e mezzo di musica, quindi devo avere forti motivazioni. Se ci sarà un giorno una storia che mi convincerà tornerò alla regia. Le altre due volte precedenti ho smentito me stesso e sono tornato a farlo
3.L'Inter? Bisogna essere ottimisti anche lì! Sono un estimatore di Conte, spero che ci sia una possibilità con la Champions League ma credo che non abbiamo l'attrezzatura per essere competitivi in Coppa Campioni. Non riesco ad abituarmi alle partite senza pubblico, mi sembrano brutte
4. Se un giorno, quando avevo 15 anni, mi avessero detto: puoi ascoltare tutta la musica del mondo, come avviene ora con le piattaforme digitali. Avrei dato un braccio. Adesso invece, come tutti, guardo cosa mi consigliano le piattaforme perché ho paura di perdermi qualcosa: l'esaudimento di un sogno va di pari passo con l'incapacità di gestire questa possibilità

Autore:
Francesco Carrubba
01-12-2020 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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