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Ligabue e la fortunata maledizione del numero Sette L’artista presenta il suo nuovo album “77+7” a Radio Italia: ecco l’intervista!   10-12-2020

Luciano Ligabue è stato ospite di Radio Italia per presentare in diretta il suo nuovo album77+7”, con cui celebra 30 anni di carriera. L’intervista si è svolta in video collegamento con Mario Volanti, il presidente di Radio Italia che ha seguito il percorso di Ligabue fin dagli inizi.


Festeggi 30 anni di carriera, ma in effetti sono più di 30 anni: il tuo esordio risale all’88, giusto?

Diciamo che il primo contratto discografico risale al ’90; nell’88 vinsi un concorso provinciale. Il premio era l’incisione di un 45 giri ma non c’erano contratti di mezzo”.

Il punto di partenza è stato “Balliamo sul mondo”…

Mi ha aiutato tantissimo. Il primo anno forse è stato il più bello di tutti era tutto nuovo e pieno di incoscienza. ‘Balliamo sul mondo’ ha fatto da ariete e ha aperto tante porte ed è per quello che la faccio volentieri ancora dal vivo… quando mi consentono di farlo!”.

Ricordo la prima intervista da noi nel ’91. Il singolo del momento era “Libera nos a malo”. Tu che ricordi hai?

Fu la canzone con cui lanciai il secondo album, anche quella andò molto bene. I primi anni venire in radio per me era un’avventura. Non sapevo come funzionassero le cose, avevo fatto radio in emittenti locali negli anni precedenti, ma non ero mai stato quello a cui le domande venivano fatte”.

Il singolo con cui hai lanciato questo nuovo album è “Volente o nolente” e riporta indietro di 15 anni. Com’è andata?

15 anni fa avevo scritto ‘Gli ostacoli del cuore. Sentivo che doveva cantarla Elisa e ho fatto una cosa che non avevo mai fatto prima: ho proposto una mia canzone a una collega. Lei venne a Correggio nel mio studio, io avevo preparato anche il provino per ‘Volente o nolente’ e le abbiamo registrate tutte e due. Adesso ho dato un’occhiata nei cassetti e ho trovato questo provino: la voce di Elisa era particolarmente candida e ho pensato che di quel candore ci fosse bisogno in questo periodo, quindi abbiamo prodotto tutto attorno alla sua voce”.

Quante sono le versioni di questo album?

In realtà sono due. Una è il disco di inediti di sette canzoni e l’altra è ‘77+ 7’, che è il disco di inediti insieme ai 77 singoli che sono usciti in questi 30 anni. Poi sono usciti i vinili, ma di base le versioni sono due”.

Non sarà stato difficile realizzare la tracklist, visto che sono tutti i tuoi singoli. Quanto tempo ci hai impiegato?

7 è il numero a cui sono quasi condannato e, oltre a essere il mio fortunato, ha molto a che fare con me: il mio nome ha 7 lettere, il mio cognome ha 7 lettere, San Luciano è il 7 gennaio, la mia canzone più famosa, ‘Certe notti’, è la settima traccia di ‘Buon compleanno Elvis’… Contare i singoli e vedere che erano 77 ha fatto quadrare tutto quanto. Abbiamo seguito una traccia dettata da chissà chi! Per gli inediti ho preso quello che mi piaceva: in certi casi esistevano già, ma in certi casi erano solo un titolo e le ho scritte da zero. Visto che al momento non potevo preparare concerti, ho avuto tempo di scrivere i brani e mettere insieme tutto”.

Parliamo del 1995: come ti ha cambiato la vita “Certe notti”?

Diciamo che se ‘Balliamo sul mondo’ è stato un ariete e ha aperto delle porte, ‘Certe notti’ ha spalancato dei portoni a un livello che non mi sarei mai aspettato. Ovviamente è un’altra di quelle canzoni a cui uno non può non essere grato. E’ sicuramente la mia canzone più famosa e ha cambiato parecchie cose, portandomi anche ai primi stadi”.

C’è una canzone a cui sei più legato in questo album?

“‘Si dice che’ ha una carica emotiva particolarmente forte, perché c’è una linea di basso suonata da Luciano Ghezzi dei Clan Destino. Registrò la traccia tanti anni fa in un vecchio provino, noi l’abbiamo recuperata e sono contento di avergli fatto sapere, prima che se ne andasse, che avremmo avuto ancora il suo basso in un disco nuovo”.

Spieghiamo chi sono i Clan Destino?

Era la band dei miei primi tre album, quella con cui abbiamo vissuto la novità di quello che ci stava capitando. Non a caso, quando faccio un Campovolo, chiamo tutti i musicisti con cui ho suonato, Clan Destino in testa

Prima di “Volente o nolente” ha fatto uscire “La ragazza dei tuoi sogni”. E’ un pezzo davvero forte…

E’ una canzone che conoscevo bene: ogni tanto tornava fuori ma non trovavo una chiusura con il testo e con la produzione, non mi convincevano del tutto. Alla fine sono riuscito a trovare il testo e l’arrangiamento che volevo ed  stato giusto sceglierla come primo singolo”.

Parliamo della parte dal vivo, quella che ami di più: purtroppo c’è stato uno stop quando eri già pronto e avevi venduto tutti i biglietti. Ci racconti quello che doveva succedere e che succederà in questo nuovo spazio realizzato al Campovolo per la musica live?

L’arena è la realizzazione di un sogno del mio amico e manager Claudio Maioli, che da tempo voleva pensare a uno spazio per la musica all’aperto con una nuova concezione, cioè con una pendenza che permettesse a chiunque di vedere e ascoltare bene. E’ un concetto non lontano dagli anfiteatri greci e romani. Finalmente è stata realizzata questa cosa ed eravamo pronti per inaugurarla. L’arena è all’interno al Campovolo a cui sono particolarmente legato e puoi immaginare la frustrazione nel non poter fare il concerto e dover aspettare addirittura giugno dell’anno prossimo. Incrociamo le dita e seguiamo giorno per giorno gli sviluppi di questa vicenda. E’ una festa che doveva essere per i 30 anni di carriera: sarà per i 31 e ci saranno tutti i musicisti che hanno fatto parte della mia storia. Credo che, tra rabbia da sfogare ed euforia, a livello emotivo sarà molto speciale”.

Mentre ti esibivi sul palco del nostro RADIO ITALIA LIVE - IL CONCERTO 2019, io ero a bordo palco con Maioli che mi diceva quanto, secondo lui, ti stavi divertendo quella sera.

Da questo punto di vista, come tu sai, quando sono sul palco, io vivo sempre un’esperienza speciale. Poi è chiaro che, se lo faccio in un posto magico come Piazza Duomo e davanti a gente che risponde bene come il vostro pubblico, sto ancora meglio e mi diverto ancora di più”.

Autore:
Simone Bernardi
10-12-2020 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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