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Gianna Nannini: “Mia figlia Penelope? Io non vorrei una mamma così famosa” Video In primo piano: La differenza, Bello e impossibile, Coez e Benigni 13-11-2019

La differenza di Gianna Nannini non è solo un album di canzoni: nasce da Bello e impossibile, da Siena e dalla Spagna, passa per la figlia Penelope, per Coez e un buon caffè, per arrivare allo stadio di Firenze. “Il Premio Tenco '76 con Benigni? Era timido. Al concerto di Tom Waits era nei bagni delle donne perché lo riconoscevano...”: ecco la video intervista “In primo piano”.

LA DIFFERENZA. Uno dei brani del nuovo album La differenza di Gianna Nannini è Romantico e bestiale: il titolo richiama un po' Bello e impossibile, dal disco “Profumo” del 1986? “Sì, secondo me quello è stato il primo tentativo di arrivare a questo album, c'è una linea che porta da Bello e impossibile a La differenza. Dopo Nashville molta gente faceva quel tipo di musica afroamericana”. La cantante svela il ruolo del caffè: “È una delle cose importanti di questo disco. Ci sono le citazioni 'Mi faccio un buon caffè' in Gloucester Road e 'Non c'è il caffè senza l'amaro' in Motivo con Coez. Ci sono tanti riferimenti perché per fare questo album siamo andati avanti a caffè: stavo parecchio sveglia!


COEZ. Com'è nato il duetto con Coez nel brano Motivo? “Abbiamo messo insieme le nostre forze, che non appartengono a un genere, perché noi siamo La Differenza in generale: io e Coez facciamo la differenza unendola. Era un disco partito quasi parlando cantando, quando ho fatto la canzone: poi lui è passato da Londra, ci siamo incontrati, ha sentito il pezzo e l'ha voluto fare, gli piaceva e ha messo la sua parte: così si fanno le cose!

PENELOPE. Per la figlia di Gianna Nannini com'è avere una mamma cantante? “È proprio il motivo per cui ho preso la stanza. Non si può lavorare in casa, fare dischi e cantare: quando arriva da scuola lei vuole attenzioni e tu in quel momento stai facendo una canzone... è brutto! Allora ho trovato un posto dove sono andata per potermi concentrare e creare questo album”. Penelope ora ha 9 anni e la sua canzone preferita dell'album La differenza è Gloucester Road: “Le piace molto che sono Gianna Nannini, oltre che la mamma, ma le dà anche un po' fastidio secondo me: io non vorrei una madre così famosa. Sono contenta che non è stata troppo vicina a tutto questo mio mondo, l'ho fatta all'età giusta in modo che non abbia vissuto 20-30 anni di tournée come ho fatto io, quindi è tutto più umano per lei adesso”.

FIRENZE. Il 30 maggio Gianna Nannini si esibirà all'Artemio Franchi e con lei suonerà lo storico batterista dei Toto: “In quello stadio, con la mia band e con questo musicista che si chiama Simon Phillips - è una vita che voglio suonare insieme a lui - succederà qualcosa di simile a una comunicazione con l'aldilà: per me è un concerto mistico. Allo stesso tempo sarà come suonare con qualcuno in casa, però in uno spazio grande”.

IL TENCO '76 E BENIGNI. La rocker di Siena ha appena ricevuto il Premio Tenco 2019, che l'ha ospitata la prima volta nel 1976, quando c'era anche Roberto Benigni: “Era lì tutto un po' timido e introverso, non si parlava molto. Mi ricordo quando poi l'ho incontrato al concerto di Tom Waits: era al gabinetto delle femmine, perché scappava di qua e di là per trovare un posto: probabilmente lo riconoscevano; lì abbiamo parlato tanto dell'Ottava rima, di Pia dei Tolomei e del progetto che stavo facendo: era molto interessato. Non l'ho più rivisto”.

LA SPAGNA. Attualmente Gianna Nannini abita a Barcellona: “Sì per un attimo vivo lì. Io ho le antenne: sento che qui c'è la musica. A Londra non trovi la musica per strada, non c'è la vibrazione, devi andare in sala, suonare e fare il disco: è un lavoro. Invece la musica dev'essere uno scambio di culture: ho sempre messo insieme musicisti di origine diverse mantenendo la mia italianità, non per prestare il fianco a destra e sinistra. Mi porto dietro la mia Italia, la mia Toscana e la mia 'fontebrandaggine': perché io sono di Frontebranda alla fine, neanche di Siena. Questo mi ha dato il motivo per cui io penso di cantare: da piccola ho vissuto queste atmosfere”.

Ha radici lontane il legame tra la cantante e la penisola iberica, che ha persino influenzato la sua voce: “Quando avevo 9 anni, mia mamma mi portò in una crociera in Spagna e da lì ho iniziato a cantare, ero in un'orchestrina: mia madre mi aveva fatto sentire il flamenco e vedere i ballerini spagnoli a Malaga e in quei posti; questo suono e specialmente l'Andalusia mi erano rimasti addosso. Anni dopo ho scoperto che la mia voce era molto simile a quella di queste cantanti di flamenco, che ora hanno una certa età e sono anche ballerine: hanno questo tipo di armonici naturali che derivano dal Nord Africa e da quelle invasioni che ci sono sempre state; sono fenomeni di esportazione delle proprie culture e contaminazioni che, pur mantenendo le radici, ci fanno cambiare delle cose. La Spagna mi ha cambiato la voce perché mi è rimasta nell'orecchio. Sono a Barcellona perché mi interessava collaborare con dei musicisti e in un certo senso 'andare a scuola' per capire come hanno lavorato sul flamenco per portarlo verso il pop”.

Un mese fa Gianna ha gareggiato al Triathlon di Barcellona, il più grande della Spagna e uno dei più partecipati in Europa, un anno e mezzo dopo l'infortunio avuto in concerto a Genova nell'aprile 2018: “Barcellona mi ha dato l'occasione di fare del triathlon, è stata una scommessa per il mio ginocchio. Mi dicevano che non avrei più corso: l'ho presa come sfida e ho fatto la corsa”.

Autore:
Francesco Carrubba
13-11-2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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