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Decibel a Sanremo: “Duettare con Midge Ure meglio che vincere il Festival!” Ruggeri: “Se ci fossero state le eliminazioni, non saremmo venuti” 10-02-2018

In attesa della serata conclusiva del Festival di Sanremo 2018, i Decibel sono tornati al Fuori Sanremo by Lancome per un'intervista con la nostra Paola “Funky” Gallo, in diretta su Radio Italia e Radio Italia TV. La band capitanata da Enrico Ruggeri è in gara con il brano “Lettera dal Duca”: ieri nella serata dei duetti, si è esibita con Midge Ure, chitarrista e cantante degli Ultravox.

Vi vedo tranquilli...
Rilassati e felici!

Ieri avete duettato con Mige Ure.
Noi abbiamo suonato nelle cantine alcuni brani degli Ultravox, e ieri ce lo siamo trovati sul palco dell'Ariston! È stata un'emozione non da poco, superiore a quando sono arrivati certi premi. Avere a fianco Midge Ure è un'emozione più forte che vincere il Festival.

Come vi siete preparati?
Il giorno prima abbiamo affittato una saletta prove, simile a quella che usavamo da ragazzi: lui è arrivato con la chitarra, ha semplicemente attaccato il cavo e ci siamo messi a suonare. Poi magari uno che è arrivato quinto a un talent fa storie...

L'idea del duetto quando vi è venuta?
C'era aria di leggenda, parlavamo di Bowie... Allora abbiamo provato: a scendere si fa sempre in tempo. Lo abbiamo contattato, lui era entusiasta e ha detto che sarebbe venuto subito.

Lui è ricordato per “Breathe”, ma è anche la mente di “Do they know it's Christmas?”.
L'ha scritta e ha dato vita a uno dei primi grandi concerti benefici.

Con un mito così sul palco, “Lettera dal Duca” è stata valorizzata.
Quella strofa in più in inglese, suonata con la sua chitarra, ha dato un'aura diversa a tutto il brano.

Il video parte dallo studio dove è stato registrato “Heroes” di David Bowie. Solo lì potevate sentire l'anima che ha ispirato questa canzone. Il titolo è chiaro, ma questo brano può essere visto come una lettera alla musica.
Una lettera alla spiritualità, al distacco. Bowie ha sempre preso le distanze: anche noi, come scopo, abbiamo prendere le distanze. È molto importante.


Parlando del vostro prossimo disco, dopo “Noblesse oblige”, c'è “L'anticristo”. Ha una copertina che colpisce...
È una copertina dove noi recitiamo una parte: interpretiamo quella di manager di altissimo livello che, dall'alto dei grattacieli, decretano lo sorti del mondo: decidono le guerre e le carestie, dove esploderanno. A livelli generali, anche qual è la musica che dovremo ascoltare in futuro. Lo scopo è abbassare la consapevolezza della gente per poterla manovrare meglio.

È un disco molto suonato?
Abbiamo fatto una tournée in cui non venivano utilizzati computer. Abbiamo suonato tutto: quando tutto era pronto, abbiamo chiamato il nostro produttore e abbiamo registrato tutto con al massimo due tastiere, una batteria e 2-3 chitarre... Uno spirito che riporteremo anche stavolta in tournée.

Dal 13 aprile riprenderete questo viaggio: tante soddisfazioni anche nella prima tranche del tour, forse oltre le aspettative...
Sì, perché il rock è diventato la musica classica di oggi. Non è un caso che mi abbiano dato la cattedra al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano per parlare di rock.”

Quest'anno al Festival c'è tanta musica vera, Claudio Baglioni ha rimesso al centro quella suonata.
Sì, oggi è difficile riuscire ad avere un giudizio obiettivo di quello che ci sta succedendo attorno, essendo parte del Festival. Lui ha tolto le eliminazioni, dopo alcuni episodi irrispettosi dell'anno scorso. Noi non saremmo venuti se ci fossero state ancora le eliminazioni: la nostra canzone ha un'asticella molto alta, non è da primo ascolto. Credo che anche altri non sarebbero venuti: Claudio ha fatto un bel gesto per la categoria a cui lui appartiene.

Molti della categoria sono in grado di scrivere e leggere musica.
Questa dovrebbe essere la normalità, mentre ora è più normale far partire un computer e le basi, sui cui i musicisti fanno finta di suonare.

Non ci saranno effetti particolari, quindi, nel vostro tour.
Spesso, l'estate scorsa, i ragazzi ci chiedevano che suoni fossero quelli che sentivano nei nostri concerti. Invece sono quelli reali, che escono dall'apparecchio fisico.

Anche se non ci sono eliminazioni, stasera c'è comunque una gara.
Noi abbiamo già vinto!

Autore:
Andrea Basso
10-02-2018 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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