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Caparezza, Prisoner 709: “Un duetto con Fabri Fibra? Perché no!?” “Il motore del mondo non è l'amore ma la curiosità” 30-10-2017

Caparezza presenta a Radio Italia il suo nuovo albumPrisoner 709”: dal singolo, certificato Oro, “Ti fa stare bene” all'acufene, dall'amore ai giovani, da Max Gazzè a Fabri Fibra passando per Franco Battiato e Frankie hi-nrg. Caparezza, nome d'arte di Michele Salvemini, si racconta in diretta su Radio Italia con Paola “Funky” Gallo. Il rapper parla anche del tour e della sua sconfinata curiosità.

Benvenuto Caparezza. Mi permetto anche un “Ciao Michele”. Come stai?Bene, non posso lamentarmi, va tutto bene

Come spiega anche il brano 'Ti fa stare bene'. Possiamo dire che sei l'esempio vivente di tutto ciò che non dovrebbe funzionare, non vai in tv, non sei pop, non denigri, non vai ai talent... Cerco di essere quello che sono, l'unica controindicazione è che ci ho messo tempo per farlo capire, adesso sto raccogliendo frutti di quello che ho seminato per tanti anni. È vero che non mi piace fare la tv però scelgo due o tre possibilità a cui sottopormi. I talent non mi interessano ma non li denigro, i social li uso solo quando esce il disco, per il resto taccio...”.

Quindi sono sciocchezze quando ci dicono se non ti omologhi non vai da nessuna parte...Mi manca quella forma di egocentrismo che dovrebbe essere naturale per chi fa un mestiere come il mio. Ho una timidezza latente ma faccio un lavoro che mi porta al centro e quindi lo faccio alla mia maniera”.

Non hai mai postato nemmeno foto di figli, famiglia, radiografie...Non si sa niente di me. È curiosa questa cosa, tendo a raccontare quello che sento senza coinvolgere persone. Ho un rapporto conflittuale con me stesso ed emerge in questo disco. Prima lo giustificavo con quello che è il mio rapporto con gli altri e dicevo: 'Mi sento così perché tutto il resto è sbagliato'. Ora ho capito che sono io sbagliato, è stato un percorso, un po' dovuto all'età, un po' al deficit uditivo che ho e che è l'acufene”.

Che alla fine del disco ci fai provare... “Quello in realtà è un suono che può essere decriptato dai radio amatori, quel suono si trasforma nella lettera che il prigioniero di Prisoner lascia prima di abbandonare l'album. L'acufene invece è quel fischio che sentite quando andate a un concerto in cui c'è musica troppo alta. Solo che poi a voi passa”.

Questa canzone è un po' troppo da radio ma se ti fa stare bene... Nel momento in cui l'ho scritta avevo bisogno di una canzone che mi facesse stare bene. Che poi è un mantra che ti ripetono quando hai qualcosa che non va. Solo che bisogna anche capire cosa ti fa stare bene”.

A proposito di adolescenti che seguono musica prestabilita: nel giorno in cui hai presentato l'album alla stampa poi hai anche incontrato i fan. Io ho preso treno e ho incontrato ragazzini che erano stati all'insotre. Quando hanno visto cartellina stampa sono stata presa d'assalto. Mi hanno detto: “Lui è unico”. Avevo voglia di raccontartelo perché non è vero che ragazzi non hanno voglia di capire.Non è vero. Ogni generazione ha la sua forza. Sto imparando che un po' il pubblico ti assomiglia, la gente agli instore era come me. Può darsi che inizi a vedere nei ragazzi una sorta di paternità artistica. Io quando ero giovane avevo gli occhialoni, ero un po' trasandato e mi sono immaginato come sarei stato io al loro posto”.

Sei stato vittima di bullismo?Sì. Il firma-copie è stata un'eterna seduta di affetto reciproco. È la prima volta che questa generazione mi dice che è cresciuta con le mie canzoni, sono quasi 20 anni”.

Canti “Non vivo la crisi di mezza età dove 'dimezza' va tutto attaccato”. Non vivi la competizione...Si dice che la competizione artistica sia indispensabile. La competizione a cui siamo sottoposti ogni giorno, però, sta portando a scompensi emotivi, più si ostenta edonismo più si mostra insicurezza: oggi i ragazzi che vogliono essere 'rich kids', quando arrivi a questo livello c'è qualche problema”.

I fan ti chiedono su Facebook: “Ma un duetto con Fabri Fibra?”Perché no? 'Stavo pensando a te' è magnifico. È come se vedessi una nuova strada tra il rap e la canzone. A me piace molto lui”.

Stai pensando alle canzoni del vecchio album da inserire del tour?Ovviamente sì, le ho già scelte ma non ve le dirò. Il criterio è quello di inserirle nel nuovo contesto del tour che parla di prigionia e libertà. Incastonerò i brani del repertorio nella scaletta del tour per dar loro un senso”.

Il 17 novembre c'è la prima data ad Ancona. Poi ci saranno Bari, Firenze, Bologna, Napoli...È solo l'inizio?Sì, adesso facciamo questa mesata di concerti. Poi nel 2018 ripartiremo con il tour, ci ho messo tanto tempo a fare l'album e ci metterò molto a divulgarlo”.

Sei generoso, un po' come le certificazioni arrivate, l'album di Platino, “Ti fa stare bene” ha appena ottenuto l'Oro... Ora noi ascoltiamo “Migliora la tua memoria con un click” che hai cantato con Max Gazzè... Abbiamo molte affinità, oltre ai capelli simili. È una persona che stimo molto, siamo riusciti a combinarci in questa canzone”.

Io dico sempre che bisogna approfittare dei dischi di Caparezza perché sono una bella provocazione anche per la pigrizia. Io quando trovo citazioni che non conosco vado a cercarle... È la stessa cosa che succedeva a me quando ascoltavo Battiato e Frankie hi-nrg, che cito nell'album. A me piacciono i film biogafici: quando termina film inizia mia ricerca sul personaggio per saperne di più. Non mi interessa catechizzare, istruire, lo faccio perché mi piace farlo”.

Ora ascoltiamo “Chi se ne frega della musica”. Io oggi sono andata a guardare quell'album del 2011 in cui tra l'altro c'era anche “Kevin Spacey” che oggi ha fatto coming out. Tu dal fuori sei passato al dentro... “Ho puntato la telecamera all'interno e mi sono sentito come Nanni Moretti in “Sogni d'oro” quando si trova da solo davanti alla telecamera. In questo album non mi sono lasciato completamente andare, c'è ancora il mio stile precedente. Gioco sul duopolio Michele-Caparezza, la voce nasale torna nei pezzi più energici come forever yung. Che poi io ne parlo come se fossimo due persone ma sono sempre io”.

Mi hanno detto che non parli mai d'amore...È una scelta: un po' perché rimane nel mio privato, un po' perché ne parlano tutti. L'amore è un po' sopravalutato. Per me il motore del mondo non è l'amore ma la curiosità, io do sfogo a quella”.

 


Autore:
Chiara Cipolla
30-10-2017 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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