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Arisa a Sanremo con Potevi fare di più: 'Canto l'amore che si spegne' 'Sono sulla Terra per usare la mia voce. È il Festival della ripartenza' 16-02-2021

Per Arisa è il Sanremo della ripartenza: star di Amici, a 38 anni torna al Festival per la settima volta, con la canzone “Potevi fare di più” scritta da Gigi D'Alessio. Mentre si chiacchiera della sua storia con il fidanzato Andrea Di Carlo, lei canta la fiamma che si spegne: “Per citare Tiziano Ferro, l'amore è una cosa semplice”. La cantante, che prepara l'album di brani inediti in uscita ad aprile-maggio 2021, oggi si è raccontata alla stampa su Zoom, dalla “voglia” di dialetto napoletano all'idea Pino Daniele per le cover, dall'amore per Chris Martin alle affinità con David Bowie: “Penso di essere sulla Terra per cantare, a fare tutto il resto sono un disastro. All'Ariston ce la metteremo tutta per fare una grande festa, rallegrando gli italiani e anche l'estero”.

LA CANZONE. Il brano “Potevi fare di più”, scritto da Gigi D’Alessio, parla di un momento di liberazione da una relazione tossica, raccontando la storia di una donna che cerca la forza di dire basta ad un amore che si è spento e ai continui tentativi di tenerlo in piedi: “Il mio messaggio per le donne e per tutti è questo: quando ci troviamo in una relazione che non ci rende felici, dobbiamo reagire con consapevolezza e cercare la felicità. Bisogna prendersi la responsabilità del proprio disagio e fare in modo che le cose cambino. Si può fare. La canzone ha sonorità sognanti, soffici e delicate, non sarà soul ma profondamente melodica e viscerale: sono di Pignola, non posso fare la cantante nera...”.

Il pezzo è quindi frutto di un vero sodalizio con Gigi D'Alessio: “Ho scelto di cantare il brano di Gigi perché quando l'ho ascoltato ho sentito verità e autenticità, ho bisogno di cantare cose autentiche. Per le mie canzoni, dico sempre agli autori: scrivi una cosa per te. Io, lui e tutte le persone devono poter condividere quelle stesse emozioni. Gigi è un maestro, ha girato il mondo con la sua musica, è una persona sensibile. Poi mi voglio avvicinare alla mia terra: non posso cantare in lucano, anche perché il dialetto della Basilicata varia di luogo in luogo; ora mi va di cantare un sentimento un po' napoletano”.

Mi rispecchio tantissimo nel brano, io e Gigi abbiamo chiacchierato spesso delle nostre cose perché lui è molto 'accessibile': il pezzo mi ha emozionato tanto. Gli amori tossici capitano a tutti, anche più volte nella vita: anzi può essere anche che cerchi sempre quelli... Ciò che non ti uccide fortifica”, continua Rosalba Pippa in arte Arisa, “Esorcizzo capitoli della mia vita attraverso le canzoni e li trasformo in ricordi importanti, da 'La notte' a oggi. Quando sarà una nonnina, attraverso i brani racconterò la mia vita ai miei nipoti”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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SANREMO. Quella di marzo 2021 sarà la settima partecipazione al Festival per l’artista che si è già aggiudicata 2 vittorie: la prima nel 2009, nella categoria Nuove Proposte, con “Sincerità”, e la seconda nel 2014 nella categoria Campioni con “Controvento”, oltre al secondo posto con “La notte” nel 2012; nel 2015, inoltre, Arisa è stata co-conduttrice della 65esima edizione del Festival. “Sanremo mi ha dato tanto, in qualche modo devo restituire. Questo Festival si preannuncia diverso, con tante difficoltà ma noi, cantanti e artisti, siamo intrattenitori: vado lì a fare il mio lavoro, torno a cantare, è una manifestazione di ripartenza e di voglia di adattarsi alle situazioni più difficili, provandoci” spiega la cantante.

Il pensiero va ai lavoratori della musica fermi da un anno per via del Covid-19: “Siamo comunque persone privilegiate. Le difficoltà di chi si alza tutte le mattine per andare a lavorare non le abbiamo. A noi viene chiesto solo di offrire uno spettacolo, anche se sarà diverso dagli altri anni. Ho preso una casa con tutto il mio staff, dove potremo vivere questo momento in armonia, lavorando e cercando di ovviare a quello che mancherà con i social. Però si deve fare: non si può fermare tutto. Sanremo è una grande macchina, un'occasione per far ripartire tutto: i lavoratori dello spettacolo potranno così rimettersi in bolla. Tirarsi indietro sarebbe stato un errore. Il Festival c'è da più di 70 anni: non si può togliere. Mi mancherà il passaggio dentro la città, con la calca, tra le caricature delle star mondiali, dal sosia di Pavarotti a Nilla Pizzi. Ci mancherà un po' la festa, il rapporto in presenza con i giornalisti e tanto il pubblico, perché ti fa capire se stai facendo bene o male: guardo tanto le persone per capire se li sto rendendo felici, questo riscontro mi mancherà tanto”. Per la cover non si può dire nulla ma tira aria di mondo “Pino Daniele”: “Per le cover volevo fare 'Ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja, poi l'ho scartata per farne un'altra più bella. E per l'ospite mi piacerebbe cantare con Stevie Wonder (ride, ndr)”.

L'ALBUM. Arisa sta lavorando al nuovo disco di canzoni inedite, coi consigli di Gigi D'Alessio: “Non sappiamo ancora nulla, sto cercando di essere veramente soddisfatta e padrona di quello che uscirà. Chiederò sempre consenso e suggerimenti a Gigi: abbiamo deciso di portare avanti questa esperienza insieme, anche se sarà solo a livello amicale e di consigli. Prima ero inesperta e non ero 'padrona' perché non avrei potuto decidere i tempi e le canzoni dei miei album, non ero in grado. Adesso sono più coraggiosa, mi butto nelle cose, do dignità ai miei sentimenti: non mi vergogno più delle canzoni che scrivo. Voglio provare a far conoscere alle persone qual è il mio reale stile. Mi sento in crescita, oggi vado diritta”.

L'artista ha una nuova consapevolezza anche riguardo al suo canto: “La voce crea un'estetica. La prima volta che ho sentito Chris Martin dei Coldplay ho pensato: questo è l'uomo che vorrei sposare. Una volta che la voce esce fuori e inizia ad avere un volto, comincia ad avere anche una personalità, mostrando un'unione tra cantante e repertorio: 'Sincerità' ha avuto quel successo anche perché l'ha presentata quella ragazza con gli occhiali grandi e un look particolare. Io cambio da prima di essere Arisa, ho sempre bisogno di cambiare: sono un'esteta e un'estetista. Sento il bisogno di sentirmi in un modo in un dato momento e lo faccio senza paranoie: cerco di spiegarlo anche alla mia psicologa. David Bowie in un'intervista diceva più o meno le stesse cose: anch'io mi immedesimo molto nelle persone che ho vicino”.

L'AMORE. “Per citare Tiziano Ferro, è una cosa semplice”, racconta ancora Arisa, “Quando stai bene con una persona, ci stai bene e basta. Quando ci sono troppi problemi, vuol dire che non si è sulla stessa lunghezza d'onda: non ci rendiamo conto che sprechiamo il nostro tempo, invece andrebbe utilizzato per rendere felici gli altri, anche attraverso un rapporto d'amore semplice. Se ti ama sta con te, se c'è dubbio non c'è dubbio: hanno ragione i Baci Perugina... Solo se impariamo ad amarci, riconosceremo l'amore degli altri”.

La canzone “Potevi fare di più” è l'esatta fotografia dei sentimenti della cantante: “I momenti di difficoltà ci permettono di essere ancora più a fuoco sulla vita e su noi stessi. L'amore per se stessi non deve sfociare nel narcisismo, altrimenti c'è una chiusura con gli altri: occorre sviluppare correttezza e realtà verso se stessi e verso gli altri. Non riesco a cantare le cose che non mi appartengono. Il brano riflette quello che sono oggi e la mia storia ma anche la storia di tanti: quando si spegne la candela dell'amore. Oggi posso fare a meno di tutto tranne che di me”.

CONCERTI E LOCKDOWN. “Ha messo a dura prova le convivenze, perché non tutti hanno la casa di milioni di metri quadri”, dichiara Arisa, “Le persone si sono ritrovate una di fronte all'altra, dovendo conoscersi davvero: diverse coppie sono scoppiate. Il qui ed ora ha prevalso sul lavoro e sulla vita: il lockdown ha tirato fuori la verità delle cose. La canzone di Sanremo sarà molto 'compresa' anche per questo”.

La cantante comunque non si è mai fermata: “Da luglio in poi ho fatto dei giorni di mare, sempre in quarantena preventiva, ho tenuto piccoli concerti. Per natura sono una che non si abbatte: il 2 luglio ho cantato alla Versiliana, così per gioco, ero emozionata come fosse la prima volta, mi sembrava di uscire da un'apnea. Da lì abbiamo iniziato con altre date. La voce ha bisogno di uscire fuori ed esprimersi: la cosa più dura, per me, è stata non cantare, ho sofferto tantissimo per l'assenza della libertà di cantare. Ho sofferto anche per la lontananza del pubblico: nel concerto alla Casa del Jazz di Roma non ho potuto salutare nessuno del pubblico, se non dalla finestra. Mi è spiaciuto molto. Cantare mi piace troppo”.


Ho sempre in mente di tornare in concerto”, afferma l'artista, “Tante persone nel mondo non possono far sentire la loro voce: il fatto che la mia voce possa essere ascoltata è un grandissimo privilegio. Canterei ovunque, non mi sono mai tirata indietro. Non vedo l'ora che si riparta a gonfie vele. Penso di essere sulla Terra per cantare: a fare tutto il resto sono un disastro. Ho scritto canzoni, ho preso coraggio, mi sono messa a scrivere in napoletano. Avrei sempre voluto portare la mia musica all'estero in italiano o in napoletano, anche perché non sono una cima in inglese, ma soprattutto perché ci tengo molto alla tradizione italiana, anche se adesso vogliamo assomigliare un po' troppo all'America, ma abbiamo ancora tanto da dire con la nostra cultura e con la nostra melodia. Non voglio cercare troppo lontano dall'albero. Cantare in streaming può essere bello perché ti dà la possibilità di fare un concerto differente. Ho visto quello dei Negramaro: è stato bellissimo! Io vengo dalla Basilicata, una terra dove ci si adatta un po' per tutto”.

AMICI. Se i progetti futuri non sono ancora chiaramente stabiliti, Arisa si sta dedicando ad Amici di Maria De Filippi come docente di canto: “Sono molto contenta di vivere la passione di questi ragazzi, sono contenta di stare vicino a Maria: lavorare con lei ti tiene in forma per forza! I ragazzi sono uguali a noi, li guardo con una sorta di malinconico amarcord. Elisabetta potrà essere ammessa l'anno prossimo, deve comprendere che potrà seguire un corso di studi completo, ha bisogno di tempo. Ho preferito freezzarla e darle questa possibilità l'anno prossimo, naturalmente d'accordo con Maria”.

Anche lei d'altra parte viene da una grande scuola artistica: “Al Cet di Mogol si studia interpretazione e non canto, composizione e scrittura dei testi. Per andarci eravamo partiti in autobus dalla Basilicata: dentro c'erano amori e amicizie, proprio come ad Amici. Il Cet era più bucolico ma la tv ti dà visibilità e fidelizza il pubblico che resta alla fine del percorso. Non ho fatto vere e proprie lezioni tecniche di canto, ho trovato la mia via”.

3 CURIOSITA'.
1.Se ballo? Sì, nella cameretta. Me la cavicchio perché amo la musica in tutte le sue forme
2.Essere donne è sempre molto difficile, perché siamo fatte per complicarci la vita. Ad esempio l'ambiente discografico ha tanti uomini ai suoi vertici. Però per fortuna possiamo sviluppare con molta consapevolezza l'amore per noi stesse e trovare escamotage per venirne fuori, senza mai fare male agli altri e facendo bene a noi stesse. Credo nel potere dell'essere umano e nell'istinto materno insito in tutte le donne, anche quando non hanno figli
3.Il duetto con i Club Dogo? Mi sono affacciata su quella scena e ho visto com'è, sono una persona curiosa. È stato il primo duetto dopo tanto tempo fra un'interprete e un gruppo rap: abbiamo fatto una bella cosa

Autore:
Francesco Carrubba
16-02-2021 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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