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Achille Lauro e l'album 1969: “Voglio arrivare a tutti come Vasco Rossi” Le canzoni, il tour, Sanremo: ecco le frasi più forti dette dall'artista 11-04-2019

1969 è il nuovo album di canzoni inedite di Achille Lauro, lanciato dai singoli C'est la vie e Rolls Royce, portata a Sanremo 2019. Il cantante di hit come Ragazzi madre, Mamacita, Ulalala e Amore mi ha parlato per la prima volta ai giornalisti dopo il Festival per presentare il disco, in uscita domani, venerdì 12 aprile, in concomitanza con l'instore tour al via da Milano.

Beatles, Jim Morrison, primo cuore artificiale, John Lennon & Yoko Ono, allunaggio, Woodstock, Satyricon, Led Zeppelin, Easy Rider, mille gol di Pelè: sono alcune delle parole chiave di 1969, inteso come album di Achille Lauro e come anno. L'artista appare sul palco della conferenza stampa con giacca, pantaloni e cappello bianchi, senza camicia ma con gilet, cravatta e scarpe argentati; immancabile lo smalto nero sulle unghie.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

⭐️ 1969 ⭐️ Il Nuovo Album QUESTA NOTTE Ore 00:00

Un post condiviso da ACHILLE LAURO (@achilleidol) in data: Apr 11, 2019 at 5:44 PDT

1969. Il cantante presenta così il nuovo album: “Siamo sempre stati outsider in tutte le etichette, gli ambienti e i generi che ho provato. Questo è un passo importante, nonostante io stia già lavorando a 2 album ancora diversi, mi sento per la prima volta al posto giusto e al momento giusto: nel disco ci sono riferimenti agli anni 60-70, tanta voglia di fare e di cambiamento. Quattro giorni dopo Sanremo ero già in studio a completare questo album, avevo iniziato a lavorarci 2 anni e mezzo fa”.

Il rock è uno dei generi protagonisti del progetto: “Il rock'n'roll è uno stile di vita, una figata: qui c'è una fusion con punk e hip hop. Leggerezza e malinconia sono le mie due macro-sensazioni: cerco semplicemente di fermare certi momenti, gli alti e bassi della vita. Scrivere e registrare è come fare sedute di analisi. Con Rolls Royce volevo un pezzo 'generazionale', che parlasse a tutti. Per me 1969 ricorda un po' Rino Gaetano, nel mio piccolo”.

Ecco com'è nato l'album: “La vita costruisce il carattere di una persona, le esperienze si accumulano per finire in un calderone. Questi brani sono stati scritti in momenti particolarmente difficili: sono fortunato perché riesco a trasferire queste sensazioni nella musica, facendone tesoro. La mia musica è condizionata dalla mia vita, mantengo la mia anima anche andando a zig zag in tutti i generi. In 1969 si parla di vuoti interiori, c'è malinconia personale: alcuni pezzi sono così intimi che quasi mi imbarazzavano”.

Il disco si rifà a un preciso periodo storico: “Gli anni 60 e 70 sono stati tempi di grande cambiamento e di voglia di libertà. In copertina ci sono James Dean icona di gioventù sregolata, Marilyn Monroe citata in Rolls Royce, Jimi Hendrix punto di riferimento musicale ed Elvis presley simbolo di libertà. Avevo il brano 1969 pronto un anno e mezzo prima di Sanremo e l'edizione del Festival era proprio la numero 69: ho deciso di onorare questa data”.

Andrea Rosi, presidente Sony, afferma: “Stavolta abbiamo a che fare con un artista vero, soprattutto considerando il periodo del mercato musicale che stiamo attraversando. L'album è stato interamente registrato nei nuovi studi 'Rca', inaugurati in modo egregio da Achille Lauro”.

CANZONI. Ecco la tracklist con tutti i titoli dei brani e i commenti dopo l'ascolto in anteprima:
1. ROLLS ROYCE: il rock'n'roll che ha spettinato il Festival di Sanremo 2019 apre il nuovo album 1969
2. C'EST LA VIE
: la poesia di Achille Lauro sull'amore è il secondo singolo tratto dal disco; il video, tutto in bianco e nero, ritrae l'artista in riva al mare d'inverno
3. CADILLAC: la cassa spinge in questo pezzo che sembra tornare sulla via della trap e del citazionismo tipico del testo della canzone “sorella” Rolls Royce
4. JE T'AIME ft COEZ
: il duetto è un pop dance molto ritmato con un ritornello “amoroso” in italiano, francese, spagnolo. “I miei brani non sono quasi mai dediche. Questo pezzo è quasi il contrario di una canzone d'amore, perché dico a qualcuno che me ne sto andando. Non mi interessano le mode o i singoli estivi, metto i miei pensieri in musica”, spiega il cantante
5. ZUCCHERO
: in questo pezzo, lento e introspettivo, la parola “zucchero” è ripetuta ossessivamente e nel testo vengono citate diverse canzoni della storia della musica italiana
6. 1969
: qui l'atmosfera torna più scanzonata, con un brano forse autobiografico sul tema del successo e del riscatto personale, con protagonista la mamma del cantante; “Sto sulla Luna” recita il ritornello e l'anno del titolo non è casuale
7. ROMA ft SIMON P: questo brano è dedicato alla Capitale, la città di Achille Lauro; “Roma non fa la stupida” dice l'artista citando la celebre “Roma nun fa' la stupida stasera”.
8. SEXY UGLY: è un elenco ritmato di parole, nomi e marche, soprattutto in inglese
9. DELINQUENTE: qui torna il rock, per raccontare l'universo personale del cantante e alcuni suoi riferimenti di vita, dalla strada al bar, da Elvis Presley a James Dean
10. SCUSA: la ballata elettronica chiude l'album con un testo introspettivo sulle insicurezze e sull'amore. “In generale c'è sempre da chiedere scusa a qualcuno, anche a me stesso. Mi piaceva chiudere il disco con questo pezzo intimo, una lettera sul tempo e sulla vita, su quello che stiamo vivendo. È un brano profondo, con una riflessione che può arrivare a tutti: il tempo inesorabile che scorre” racconta l'artista.

CONCERTI. Il 3 ottobre da Firenze partirà il Rolls Royce Tour, anticipato da alcune date nei festival estivi: “Sto preparando uno show importante e diverso, accompagnato da una band, con i nuovi brani e i miei classici. Lo sforzo sarà portare sul palco gli strumenti analogici tipici degli anni 60 e 70, perché questi brani nascono per i live”.

Siamo cresciuti con un mercato musicale usa e getta, che mastica e sputa, e con nuovi generi, dal rap alla trap fino all'elettronica”, spiega Achille Lauro, “Ma la musica è quella degli anni 60-70 che ha segnato un'epoca e la storia: questo è davvero patrimonio mondiale”.

SANREMO. Achille Lauro ha stupito l'Italia con le sue interpretazioni di Rolls Royce al Festival di Sanremo 2019: “È stata un'esperienza nuova e l'appoggio dei giornalisti è stato determinante, sia prima di salire sul palco dell'Ariston sia successivamente. Sono arrivato a Sanremo molto motivato perché Rolls Royce piaceva già alla stampa. Le polemiche sul brano sono false, è stata una gogna mediatica che ha rovinato la mia immagine pubblicamente, ha tolto l'attenzione da questa musica nuova portandola sul problema della droga, che è grave e reale: bisognerebbe parlarne nelle scuole. Il vero pericolo non riguarda tanto i ragazzi delle periferie che purtroppo hanno a che fare con questo mondo ma riguarda i giovani che si trovano davanti per la prima volta queste cose. Sono riuscito a farmi scivolare tutto, a non pensarci e a concentrarmi sulla musica: dietro il lavoro mio e di artisti come Sfera Ebbasta, c'è tanta fatica. Non si può decontestualizzare una parola e fare uno scandalo”.

Lavoravo a questo genere da un anno e mezzo due”, continua il cantante, “Sanremo mi ha dato l'appoggio di tante persone e mi ha fatto capire che la possibilità di arrivare a tutti era reale. Ho conquistato l'attenzione degli over 25, i miei coetanei, perché degli under l'avevo già. Così mi sono concentrato appieno sul disco: è cambiata solo la mia motivazione”.

DICHIARAZIONI. Ecco le 9 frasi più forti di Achille Lauro:

- “Mi è capitato di sentirmi un fantasma, mi sono state attribuite etichette sbagliate, siamo partiti con la trap ma abbiamo cambiato continuamente, l'ultimo disco era elettronica contaminata con samba. Voglio parlare a tutti e abbracciare tante generazioni come Vasco Rossi, partendo da Fegato spappolata passando per Vita spericolata e arrivando a Io e te

- “I miei fan sono rimasti dall'inizio alla fine perché, anche se cambiamo suoni e parole, resta uno stato d'animo come filo conduttore: Vasco canta 'Siamo soli' e la sua intenzione è unica. Svilupperemo questo sound perché mi piace parecchio, è quello giusto al momento giusto, ma la mia anima rimane sempre quella: è disperazione malinconica e intima

- L'artista ha parlato anche dei suoi duetti: “Simon P è un mio amico storico, è un bravo autore, ma non ha avuto la mia fortuna di trasformare la musica in una carriera. Anna Tatangelo ha una grandissima voce ed è una bella ferrari: andrebbe messa la benzina giusta...

- “Sono un operaio del mio successo, l'ho costruito ora per ora, senza dormire per 7 anni. Questo è il momento delle responsabilità verso le persone che lavorano al mio progetto: se sbaglio io, cascano in tanti, tra cui la mia famiglia

- “L'arte è una cosa, l'educazione è un'altra, soprattutto oggi che con i social i fan seguono da vicino gli artisti. Ci sono grandi responsabilità, bisogna usare l'intelligenza

- “Questo non è un lavoro sicuro e non per tutti diventa lavoro: io ho investito tutti i soldi che avevo, le risorse, il tempo e gli amici

- “Sono appassionato di cinema e sono contento dei nostri video documentaristici, mostrano che siamo nati in una cantina e ci siamo fatti strada in mezzo agli illusionisti, stiamo lavorando a nuovi progetti che presto sveleremo

- “Io giudice di X Factor? Sarebbe bello, ne parlano tutti ma io non so ancora nulla, ci spero. Ho passato una giornata con Mara Maionchi, mi sono divertito molto

- “Il duetto con Myss Keta? È molto originale e ha un immaginario figo. Mi godo la ricerca di qualcosa di nuovo, la diversità, non mi piace fare le stesse cose. Nessun pittore dipinge lo stesso quadro per tutta la vita


Autore:
Francesco Carrubba
11-04-2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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